Fasano (Br).La testimonianza dei coniugi Foà: “Ricordare non significa odiare, ma fare in modo che le cose non si ripetano!”
Il racconto della fuga continua per sfuggire al rastrellamento degli ebrei. Senza soldi, al freddo, a piedi tra le montagne. L’aiuto di preziosi angeli custodi che hanno rischiato la vita pur di aiutarli. La storia di quello che è stato per liberare dall’ignoranza ed evitare ogni forma di indifferenza verso le ragioni dell’altro.
Ieri mattina Aida e Dario Foà, testimoni della Shoah, hanno incontrato gli studenti delle scuole di Fasano in una diretta online organizzata dal Comune in collaborazione con il Teatro Pubblico pugliese e moderato da Ileana Sapone, responsabile dell’ufficio stampa del Tpp. Un appuntamento virtuale dal titolo «Visioni, Dialogo con la memoria» per interrogarsi sul passato e sugli anni tremendi della Shoah. Perché «ricordare – ha sottolineato Dario Foà – non significa odiare, ma fare in modo che le cose non si ripetano. Se l’antisemitismo imperversa ancora è perché molto è dovuto all’ignoranza, per questo è importante far sapere ai ragazzi cosa è successo».
I due coniugi, che compiranno 90 anni a luglio, hanno risposto alle domande degli studenti raccontando l’infanzia vissuta nell’Olocausto. Aida, in particolare, ha ripercorso i 7 anni di continua fuga da Bologna, a Teglio, in Svizzera, per sfuggire alla deportazione. Anni di paura, di sofferenza, di adolescenza negata. Gli studenti hanno interagito via chat. In particolare hanno partecipato alla diretta tutte le quinte classi del liceo dell’IISS «da Vinci», le quarte e le quinte dell’istituto «Salvemini», i plessi di Pezze di Greco e Montalbano della scuola Media «Galilei» e tutte le classi primarie del primo e del secondo Circolo.
«È nostro dovere fare esercizio della memoria per formare una coscienza critica nelle nuove generazioni – dice l’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, Cinzia Caroli –, per renderli capaci di discernere il bene dal male ei individuare il confine davanti al quale bisogna fermarsi per non essere ingabbiati nella coltre dell’indifferenza che è stata capace di produrre orrori inenarrabili come la Shoah».
«Il seme dell’odio che ha portato all’Olocausto ancora alberga in tanti contesti della nostra società: è solo declinato in forme diverse – dice il sindaco Francesco Zaccaria –. Il compito che ci assegna la storia è di interpretare quei tempi, spiegare senza alimentare odio, come ha sottolineato Dario Foà. La memoria è l’ambizione che dobbiamo avere per mirare a un’idea alta di convivenza, nel rispetto di tutte le differenze e diversità. Dobbiamo instillare nei giovani la curiosità di conoscere le vite degli altri perché solo avendo voglia e sete di conoscenza potremo comprendere le ragioni del nostro prossimo».
L’incontro di ieri mattina è collegato alla diffusione, in anteprima per le scuole aderenti al progetto, dello spettacolo «Once upon the time when pigs were swine» (C’era una volta quando i maiali erano porci), realizzato dalla Compagnia Equilibrio Dinamico (diretta da Roberta Ferrara) nell’ambito della rassegna «La scena dei ragazzi 2020-2021» del Comune di Fasano, a cura dal Teatro Pubblico Pugliese. Lo spettacolo ha portato in scena una storia d’amore immaginaria ambientata nella Polonia dell’Olocausto, durante la seconda guerra mondiale.