Processo ai vertici di TAP: tutte ammesse le parti civili. Grande assente il Comune di Brindisi
Ieri si è svolta la seconda udienza del processo contro i vertici di TAP presso l’aula bunker del Tribunale di Lecce. Dopo sette ore di camera di consiglio il Giudice monocratico Silvia Saracino ha così ammesso tutte le parti civili, ad eccezione della Associazione VAS, nel procedimento che vede imputata TAP per i reati di deturpamento di bellezze naturali, inquinamento idrico, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia e altro.
Si potrà cominciare a capire cosa è realmente successo a San Foca e nelle “stanze dei bottoni” tra il marzo 2017 e il marzo 2019. E’ importante che tra le parti civili ammesse, oltre agli Enti territoriali, ci siano anche associazioni e privati cittadini. Oltre ai i Comuni di Melendugno, Martano, Vernole, Castrì, Zollino, Lizzanello, Calimera e Corigliano ci sono il Codacons e Italia Nostra. Anche il Comune di Lecce e la Regione Puglia sono stati ammessi così come sono stati ammessi i NO TAP attraverso l’associazione “Tumulti” e l’associazione “Terra Mia Amici NO TAP”. Chi è stato escluso è stato solo per le eccezioni di natura formali. Il grande assente è senza dubbio il Comune di Brindisi che poteva (e ne aveva prerogativa e ragione) aggregarsi al Comune di Lecce e alla Regione Puglia visto che in casa propria ha evidente contezza del gravissimo danno alla falda causato da Snam durante i lavori di scavo della trincea per la posa del gasdotto il località Torre Rossa a Tuturano in palese violazione delle prescrizioni VIA. Il gasdotto Snam è direttamente legato alle procedure del gasdotto TAP. Se le procedure per TAP sono state palesemente viziate nella forma e nella sostanza di conseguenza anche le procedure per Snam sono state viziate poiché l’uno non ha motivo di essere senza l’altro. Non comprendiamo le ragioni per le quali il Comune di Brindisi si sia defilato dalla costituzione di parte civile nel processo dal momento che nel proprio territorio, Tuturano, ha subito il grave danno da Snam. O forse sì, provando a fare qualche ragionamento logico deduttivo giocando con la fantasia. Fatto sta che adesso, con questo importante sviluppo del processo contro TAP, si apre un’altra prospettiva perché l’ammissione delle parti civili con questa configurazione significa l’assoluta fondatezza delle accuse mosse contro TAP per una serie infinita di motivi. Dopo questa notizia sicuramente è giunto il momento che quei “simpaticissimi ben pensanti” che in politica hanno vissuto di espedienti la piantino definitivamente con pantomima delle “compensazioni” e dei “ristori” perché, lo abbiamo sempre detto, il piano perverso quanto scellerato è stato sempre in funzione di alleggerire quanto più possibile la posizione di TAP & Snam in questo processo, non escludendo l’apertura di altri nuovi procedimenti a loro carico nel prossimo futuro. Altre spiegazioni non ce ne sono su questo nostro pianeta, a meno che non si vadano a cercare su l’ultimo dei pianeti, il più sperduto nella più sperduta galassia nell’universo. Ma basta che si sapere cosa hanno detto gli avvocati difensori della multinazionale per farsi l’idea con chi abbiamo a che fare. Infatti loro, gli avvocati difensori di TAP, con disarmante disinvoltura, hanno affermato in udienza che “gli enti territoriali non siano titolati ad agire per il danno ambientale poiché la legittimazione a chiedere il risarcimento spetterebbe al Ministero dell’Ambiente che – ribadiscono – non si è costituito parte civile nel processo, a differenza della Regione Puglia. Dunque gli enti territoriali – a detta della difesa – non potrebbero costituirsi parte civile”. Ma uno degli avvocati difensori di TAP in particolare si è spinto addirittura oltre e ha fatto questa bella e simpatica affermazione che da sola basta e avanza per rendersi conto del contesto opaco che gira intorno all’inutile e controverso gasdotto. L’avvocato difensore infatti dice: << evitiamo che questo processo diventi “una passerella”. Il fatto che il Ministero abbia deciso di non costituirsi parte civile vuol dire che non sussiste il danno ambientale sostenuto dalla Procura>>. Tuttavia continuiamo ad essere fiduciosi che il Comune di Brindisi si adoperi al più presto per andare a fondo della vicenda del grave danno alla falda provocato da Snam a Tuturano e che faccia tutto il necessario nelle sue facoltà e nei suoi doveri, se non lo ha già fatto, per portare il caso nelle sedi opportune. Lo hanno fatto la Regione Puglia e il Comune di Lecce a mettersi contro TAP e Snam per le ragioni che sappiamo. Il Comune di Brindisi può unirsi e potrebbe coinvolgere nelle azioni anche i Comuni di Torchiarolo e San Pietro Vernotico. Auspichiamo che lo faccia prima della prossima udienza fissata per il 9 aprile per esaurire le questioni preliminari. Il 16 aprile è fissato invece l’esame del perito per l’incidente probatorio.
MOVIMENTO NO TAP/SNAM della Provincia di Brindisi