Sul deposito di gas voluto da Edison si sta recitando una sorta di “Il giuoco delle parti”, riproponendo il medesimo copione messo in scena, a Brindisi numerose volte nel corso di questi ultimi decenni. Copione che ha sempre impedito nei fatti di avviare valutazioni serene e obiettive sui reali interessi generali e di ampia prospettiva per la collettività e non quelli che soddisfano, nel breve, solo una sua parte.

 Dobbiamo purtroppo rilevare che alle questioni e alle obiezioni sollevate pubblicamente da diverse organizzazioni di impegno civile non è stata sinora data alcuna risposta. 

Innanzitutto crediamo sia bene precisare che non è in discussione la realizzazione   o meno dell’impianto (anche se l’analisi costi/benefici  si sarebbe dovuta espletare a monte da chi di competenza), ma dove sia più opportuno realizzarlo, salvaguardando gli interessi della collettività che, ovviamente, non sono incentrati unicamente sulla sua realizzazione. 

Purtroppo sembrerebbe che questa querelle sia nata a causa dell’indicazione, fornita  dall’AdSPMAM,  dell’area di Costa Morena est come sito idoneo a tale installazione. Abbiamo già spiegato perchè tale localizzazione appare inopportuna  in quanto è non  considera il ruolo strategico del sito prescelto. L’importanza della stessa aerea viene indicata proprio dal Piano Regionale dei Trasporti in vigore: «per quanto riguarda il porto di Brindisi, il Piano Attuativo interviene riaffermando la natura strategica del fascio di binari di collegamento con la rete ferroviaria sulla banchina di Costa Morena ed il potenziamento della viabilità di raccordo con la duplice funzione di servizio alle attività Ro-Pax e di supporto allo sviluppo delle attività logistiche e, in prospettiva, del Distripark». Proprio per tali motivi sono state destinate importanti risorse per infrastrutturare Costa Morena Est collegandola alla rete ferroviaria nazionale. Ci troveremmo di fronte, quindi, ad un impianto che, per vari ed evidenti motivi, sarebbe confliggente con la filiera logistica per la quale sono state investite importanti risorse per l’infrastrutturazione di quella zona portuale.  La politica dovrebbe assicurare che le risorse impegnate  raggiungano i risultati prefissati e considerare che si sta occupando  un’area portuale strategica con un impianto il cui scopo principale (per il 75-80%) è soddisfare il rifornimento di mezzi autostradali e solo residualmente  quello strettamente portuale. E tutto ciò mentre sono ben disponibili altre aree portuali altrettanto utili e ancora da infrastrutturare.

Concludiamo con l’invito a tutti coloro che hanno a cuore il reale sviluppo del territorio di non ripercorrere gli errori fatti nel passato, poiché c’è necessità di azioni e scelte intelligenti e di una programmazione seria che tenga conto di uno sviluppo portuale ecosostenibile e che privilegi la logistica (e non la ostacoli), il turismo (e non lo ostacoli) e che sia realmente e concretamente al servizio del territorio di appartenenza (il Salento). Auspichiamo pertanto che il Piano Regolatore Portuale si integri con il PRG, entrambi in fase di elaborazione. 

In particolare chiediamo a tutti i rappresentanti politici che si esprimano in favore di procedure includenti sempre l’iter dello studio di fattibilità e la Valutazione di Impatto Ambientale anche nel caso del deposito costiero come previsto dalla normativa in vigore.

 

 

                                                                                                

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LEGAMBIENTE 

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