Sembra un racconto di fantasia ma invece è la realtà.

In piena pandemia, gli operatori sanitari, dottori, infermieri e Oss erano considerati eroi che mettevano a rischio la propria vita per il bene altrui, per l’assistenza e sopravvivenza di altri esseri umani.

Invece quello che avviene nell’Asl di Brindisi ha dell’incredibile. Infatti 141 Oss che da circa 2 anni lavorano presso l’Asl pugliese di Brindisi, dal 1 febbraio 2021 saranno mandati a casa, perché questa asl, a differenza di altre asl della regione Puglia,  ritiene opportuno per ragioni  economiche e giuridiche, non meglio specificate, fare a meno di loro, cioè mandarli a casa 

La cosa ancora più strana è che questi Oss ,che fino ad ora hanno prestato la loro opera nei reparti Covid con la sola protezione dei dpi, mettendo a rischio la propria vita e quella dei propri cari, adesso che sono stati vaccinati e quindi teoricamente immunizzati, possono tranquillamente stare a casa.

A dire il vero, questo atteggiamento, “solitario” dell’asl di brindisi è stato già riproposto a marzo scorso, allorchè mentre tutti le altre asl avevano prorogato i contratti fino al 31 gennaio 2021, loro avevano deciso il rinnovo solo per alcuni mesi. 

Parliamo di una regione attualmente tra le 5 in zona arancione e quindi con il più alto numero di contagiati in Italia e di una ASL che grazie al sacrificio del personale sanitario, tra cui gli oss, ha posto rimedio ad una grave disorganizzazione iniziale, dovuto al fatto di avere un solo ospedale “promiscuo” covid e non covid .

Rabbia, delusione, frustrazione e discriminazione, sono i sentimenti che accomuna questi lavoratori che invece di ricevere riconoscimenti pubblici, ricevono invece un ben servito senza onore.

Riteniamo che quanto accaduto sia di domino pubblico, sapendo già da adesso a chi addebitare eventuali responsabilità in caso di aggravarsi della situazione pandemica

COMITATO OSS 2009