“Il Salento non può permettersi di perdere altri ettari di terreni agricoli a causa dell’installazione di mega parchi fotovoltaici. Un danno irreversibile dal punto di vista paesaggistico e turistico.
In ordine alle questioni di natura paesaggistica voglio sottolineare che le linee guida di cui la Regione Puglia si è dotata, attraverso il piano paesaggistico, escludono la trasformazione di suoli agricoli per mega impianti fotovoltaici. Non è più possibile continuare a sostenere un uso improprio del fotovoltaico che privilegia l’occupazione di suolo, altera la trasformazione del paesaggio e sottrae suoli fertili alle colture. Per favorire lo sviluppo delle rinnovabili che si coniughi con la tutela del paesaggio e la lotta alla povertà energetica, ci stiamo impegnando assieme alla Giunta per l’emanazione del regolamento per rendere la Puglia la prima regione italiana in cui diventi realtà il reddito energetico regionale. Una misura approvata grazie alla legge presentata dal M5S a prima firma dell’ex consigliere Antonio Trevisi e già finanziata con sei milioni di euro che, una volta a regime, favorirà la diffusione delle fonti di energia locali, la coesione delle comunità grazie alla disponibilità di fonti di reddito e alla creazione di posti di lavoro a livello locale, l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici grazie all’installazione sui tetti di pannelli fotovoltaici”. È quanto dichiara il vicepresidente del consiglio regionale e consigliere regionale del M5S, Cristian Casili, a margine delle audizioni in V Commissione su fotovoltaico ed eolico selvaggio.
“Quello di oggi è stato un momento di confronto importante – continua Casili – partendo da quanto stabilito dal Piano Energetico regionale per coniugare lo sviluppo delle rinnovabili con la salvaguardia dei paesaggi pugliesi. Fino ad ora sono poche le autorizzazioni concesse per i numerosi progetti presentati, ma serve che Regione e Comuni si dotino di strumenti sempre più stringenti per poter tutelare i nostri suoli. Un impegno trasversale, che vede accomunate tutte le forze politiche per tutelare suoli a vocazione agricola che non possono andare persi. Il documento di aggiornamento del Pear pone l’attenzione sulla necessità circoscrivere gli ambiti di diffusione degli impianti di taglia industriale nelle apposite aree industriali, di garantire alti standard di qualità paesaggistica, ecologica ed ambientale, di preservare gli usi produttivi del suolo, di promuovere le energie da autoconsumo nelle città e negli edifici rurali. Inoltre, il Pptr promuove una tendenza per disincentivare la localizzazione di impianti rinnovabili in territorio agricolo, concentrando gli stessi nelle aree produttive, sulle coperture di abitazioni, parcheggi, edifici commerciali. L’obiettivo – conclude – deve essere, favorire la diffusione di un sistema di generazione distribuito dell’energia da fonte rinnovabile, la cui caratteristica tipica deve essere la localizzazione della produzione in prossimità dell’utente finale, per superare gli impatti negativi dovuti alla realizzazione di grandi impianti rinnovabili”.