Il porto di Brindisi continua a far registrare notevoli ritardi nel completamento infrastrutturale che consentirebbe un reinserimento nei traffici commerciali del Mediterraneo. Un ritardo dovuto a complessi iter burocratici, così come a ben individuabili atteggiamenti ostruzionistici. 

Due infrastrutture, in particolare, risentono di tale situazione: la cassa di colmata e il banchinamento di Capobianco. Si tratta di opere che rientrano nella programmazione del Recovery Plan e per le quali è necessaria la nomina di un commissario straordinario, così come già previsto per le principali opere programmate dal Governo per i prossimi anni. E’ l’unico sistema per evitare che anche questa volta vadano in fumo finanziamenti e speranze di rinascita del porto di Brindisi. 
 
Lo afferma il parlamentare brindisino Mauro D’Attis (F.I.).