“Il vaccino anti-covid sta di fatto discriminando gli operatori sanitari e sociosanitari e questo non è tollerabile. La prima fase prevede, infatti, che la somministrazione venga fatta a quelli ‘in prima linea’, vale a dire a tutti coloro contrattualizzati con una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata.

Quindi sono fuori e sarebbero considerati ‘non in prima linea’ non solo coloro che lavorano per privati non accreditati, ma anche tutti i liberi professionisti. Qualche esempio: il dentista della Asl s?, quello con proprio studio no… il farmacista della Asl s?, quello con una sua farmacia no…cos? come il medico veterinario della Asl s?, quello con proprio studio no.

“Si dirà: questi medici e operatori sanitari lo faranno in un secondo momento dopo che si saranno vaccinati gli operatori sanitari e sociosanitari ‘in prima linea, il personale e gli ospiti delle RSA e agli ultra 80enni. Macché, per loro nessuna priorità neppure nella seconda fase quella destinata dalle persone dai 60 ai 79 anni e ai malati con patologie croniche, ma neppure nella terza quando sono previsti gli insegnanti e i lavoratori della Scuola, le forze dell’ordine, il personale che lavora in carcere e quelli che lavorano in comunità…

“A questo punto c’è da chiedersi se i medici e gli operatori liberi professionisti siano addirittura non di serie B ma di serie ZERO! L’assessore Pierluigi Lopalco apra immediatamente l’opportunità di vaccinare gli esercenti le professioni sanitarie libero-professionisti che sono in prima linea come i loro colleghi contrattualizzati”.