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Cobas Brindisi:MORTI SUL LAVORO E SPESAL SGUARNITO.

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Esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro cordoglio alla famiglia di Franco Mastrovito morto il 26 gennaio a San Michele Salentino nel cantiere in cui stava lavorando.

Gli incidenti sul lavoro costituiscono un “rosario” quasi quotidiano nelle nostro terre. Qualche giorno dopo, per rimanere nella provincia di Brindisi, a Cellino San Marco si è verificato un altro incidente senza conseguenze mortali in un cantiere edile. Il 14 aprile 2020 un operaio di 34 anni è morto investito da un camion in retromarcia a Brindisi sulla superstrada per Lecce. Il 10 luglio 2019 un operaio di 57 anni è rimasto folgorato nella stazione del capoluogo.

Non ci uniamo invece al coro sterotipato che in queste circostanze si alza da più parti anche da quelle che potrebbero chiedere o agire una riduzione quantomeno del rischio di incidenti sul lavoro attraverso una adeguata dotazione di personale addetto alla sorveglianza. I Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPESAL) della ASL se fossero adeguatamente forniti di personale, potrebbe intervenire non solo quando ci scappa il morto ma soprattutto prima, verificando se le norme di sicurezza nei cantieri sono rispettate. Ogni anno il 5% delle attività dovrebbe essere ispezionata. Ma se vengono lasciati senza personale è inevitabile che incidenti mortali e non non troveranno mai un adeguato contrasto.

Nell’ottobre 2017 facevamo rilevare che due medici nello Spesal, di cui uno in servizio part-time, erano pochi per una provincia come Brindisi dove insiste peraltro una vasta area industriale con insediamenti pericolosi. La ASL ci rispose che la riduzione del numero dei medici era dovuto al “trasferimento volontario ad altra ASL autorizzato per un solo Dirigente Medico, per la cui sostituzione sono state già attivate le procedure”. Oggi i medici sono sempre due!

In verità che i medici dello Spesal nel 2017 fossero sottodimensionati non era una nostra impressione ma una precisa valutazione della Regione Puglia che nelle sue linee guida sul fabbisogno di personale del SSR già nel 2014 indicava necessari per Brindisi 5 medici e 12 tecnici della prevenzione, mentre nel 2014 ce ne erano rispettivamente 3 (1 poi trasferitosi in altra ASL) e 8 tecnici. Ma oggi sono in servizio sempre e solo 2 medici, come nel 2017, e 9 tecnici.

Il 12 agosto 2020 la Regione Puglia ha aggiornato ulteriormente i criteri per stabilire il fabbisogno di dirigenti (2/3 medici e 1/3 ingegneri, archietetti, biologo e psicologo) stabilendo che ve ne debbano essere in totale 1/25000 abitanti quindi ben 16 nella ASL di Brindisi, e quello di tecnici della prevenzione in 1/17000 abitanti, cioè 23 tecnici della prevenzione. Lo SPESAL di Brindisi non è solo al di sotto degli standard di personale indicati dalla Regione Puglia nel 2014, ma è ancora più al di sotto di quelli previsti nel 2020.

A cosa servono lacrime e discorsi di circostanza se non si rispettano le indicazioni regionali sul fabbisogno di personale? Il vero rispetto per chi lavora e per chi è morto sarebbe quello di un impegno serio per colmare decennali carenze nell’ambito della prevenzione.

Per il Cobas Roberto Aprile


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