“Leggiamo sull’organo di stampa di Confidustria, il Sole24Ore, un lungo editoriale dal titolo ‘L’Ambiente frena industrie e opere’, in cui si accusa la Valutazione di Impatto Ambientale di essere, pari dell’AIA, ‘il principale ostacolo alle infrastrutture’.
E per questo si invita, poco velatamente, il nuovo ministro della Transizione ecologica, Cingolani, a cambiare rotta rispetto al suo predecessore all’ei fu ministero dell’Ambiente, che il Sole24Ore accusa di non aver mai ‘brillato per capacità di coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale’. Ora, che il megafono del mondo confindustriale non veda di buon occhio VIA e AIA lo si sapeva da tempo. Ma preoccupa che questo affondo arrivi proprio adesso. Ricordo al Sole24Ore, e a Confindustria, che la valutazione di impatto ambientale non lo chiedono 4 scalmanati ecologisti, ma le direttive Ue. E che il problema non è l’eccesso burocratico di VIA o AIA, ma il fatto che in diversi impianti industriali queste manchino del tutto. Alla lobby del fossile e dell’industria pesante, a quanto pare, non è bastato, con il DL semplificazioni, ridurre i tempi dei procedimenti, delle richieste di integrazioni da parte degli Enti e delle osservazioni da parte del pubblico (pensate, i cittadini adesso hanno soltanto 30 giorni a disposizione per opporsi ad un progetto e scrivere la propria opinione possibilmente supportandola con normativa tecnico/ambientale). Cosa si aspettano, lor signori, di ricevere pareri rapidi, senza opposizioni e sempre favorevoli? Secondo loro i parchi e le aree protette sono soltanto contenitori per confinarci i turisti? Cosa accade se non si tutelano i bacini delle acque potabili, si berrà petrolio raffinato? A queste domande, sarebbe bene che il neo-ministro Cingolani desse quantomeno dei chiarimenti. Anche per eliminare i sospetti di conflitto di interessi tra il suo nuovo incarico e l’azienda per cui fino a ieri lavorava, Leonardo, che risulta essere tra i big di Confindustria”. Lo dice l’eurodeputata dei Greens Rosa D’Amato.