“Siamo sempre stati a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili, che deve però andare di pari passo con la tutela del paesaggio.
Dalla Capitanata al Salento non possiamo più permetterci la perdita di terreni agricoli a causa dell’installazione di mega impianti eolici e fotovoltaici. Per questo ho proposto che la Regione individui, attraverso una modifica al Regolamento Regionale 24/2010, ulteriori aree non idonee all’installazione di nuovi impianti FER, tenendo conto dei valori paesaggistici, ambientali, naturalistici e storici dei territori. Un suggerimento subito accolto dalla struttura tecnica della Regione, che mi ha assicurato lo introdurrà con le prossime modifiche”. Lo dichiara la capogruppo del M5S Grazia Di Bari.
“Ulteriori aree non idonee potranno, ad esempio, essere definite attraverso l’individuazione dei territori ‘saturi’, facendo riferimento alla concentrazione di impianti presenti in una determinata area e alla contestuale presenza di aree tutelate. Il territorio è una risorsa limitata per questo se in alcune aree è già stato realizzato un considerevole numero di impianti, non può essere ritenuto irragionevole il divieto di ulteriori installazioni, anche cogliendo i suggerimenti di molte associazioni che si occupano di tutela della biodiversità. Lo ripeto ancora una volta – continua Di Bari – l’impegno per l’abbandono delle fonti fossili a favore delle rinnovabili è sempre stato massimo, tanto che stiamo portando avanti il percorso assieme alla Giunta per rendere la Puglia la prima regione italiana in cui diventi realtà il reddito energetico regionale. Una misura approvata grazie alla legge presentata nella scorsa legislatura dal M5S a prima firma dell’ex consigliere Antonio Trevisi che, una volta a regime, favorirà la diffusione delle fonti di energia locali, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici grazie all’installazione sui tetti di pannelli fotovoltaici. Un aspetto che si lega ad un altro provvedimento che presto metteremo in campo: lo sviluppo delle comunità energetiche, attraverso le quali condomini, case, uffici e stabilimenti produttivi e fonti rinnovabili saranno connessi tra loro e in grado di gestire gli scambi e i flussi energetici in base alle mutualistiche esigenze della stessa comunità. L’obiettivo è duplice: far abbassare i costi di gestione e le spese in bolletta per i cittadini. Abbiamo il compito di cambiare in meglio la vita dei nostri concittadini”.