La notizia dell’istituzione della prima zona franca doganale interclusa all’interno della zona economica speciale Puglia-Molise a Capobianco è una buona notizia per le potenzialità che esprime.

È comunque pacifico che l’area su cui insiste la colmata, allo stato attuale, difficilmente si concilia, nel breve periodo, con potenziali investimenti a causa della scarsa infrastrutturazione e perciò rischia di rimanere un’occasione a lungo termine.
Auspichiamo quindi che si intraprendano immediatamente tutte le iniziative propedeutiche a consentire la fruibilità e l’infrastrutturazione della colmata di Capobianco per agevolare così gli insediamenti e i nuovi investimenti.
Riteniamo altrettanto prioritario e urgente la piena definizione della strategia della zona franca doganale interclusa di Brindisi così come stabilito nei diversi incontri del comitato d’indirizzo intercorsi in questi mesi, come la perimetrazione delle altre aree individuate quali le banchine di Costa Morena e la corrispondente area retroportuale che, essendo già infrastrutturate e disponibili, possono rappresentare un immediato riscontro per l’attrazione degli investimenti e il rilancio economico della città.
La zona franca doganale interclusa per una città in sofferenza come Brindisi, e in generale per tutto il territorio, riveste carattere di vitale importanza e la perimetrazione quale ZDF di Capobianco rappresenta il primo passo di una strategia di sviluppo che troverà compimento quando le ZES e tutte le aree individuate quali zone franche doganali intercluse saranno pienamente operative.