“Da anni mi batto perché il regolamento del nuovo fondo Ue per la pesca, il FEAMPA, tutelasse finalmente la piccola pesca e con essa la biodiversità marina, dato che non mi stancherò mai di dire che la piccola pesca costiera è la chiave per una gestione sostenibile delle risorse.

I passi avanti che siamo riusciti a strappare al Parlamento, purtroppo, sono stati indeboliti dai negoziati con la Commissione e gli Stati membri. Nonostante siano state introdotte alcune norme che semplificano l’accesso ai fondi, purtroppo l’accordo raggiunto consentirebbe ai grandi pescherecci (quelli di lunghezza fino ai 24 m) di ricorrere a questo Fondo per finanziare operazioni come la riqualificazione, il ridimensionamento e il rinnovamento delle imbarcazioni e l’ammodernamento o la sostituzione dei motori. Noi avevamo ottenuto al Parlamento che tali fondi fossero riservati alle barche sotto i 12 metri e in particolare ai giovani pescatori, ma gli Stati membri si sono opposti. Sarei curiosa di sapere qual è stata la posizione del governo italiano in merito. Inoltre, l’accordo risulta anche indebolito per quanto riguarda il contributo del fondo alla protezione dell’ambiente marino:  posizione del Parlamento prevedeva che il 25% dei fondi attribuiti a ciascuno Stato Membro fosse destinato alla tutela e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e costieri e alle conoscenze oceanografiche. Nell’accordo con il Consiglio questa disposizione è stata rimossa. Non possiamo permettere che soldi pubblici siano usati per finanziare il segmento redditizio dei grandi pescherecci a scapito della piccola pesca costiera e dell’ambiente”. Lo dice l’eurodeputata del gruppo dei Greens al Parlamento europeo, Rosa D’Amato.