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Left Brindisi:Il Ponentino di Roma non arriva a Brindisi

Doveva essere l’amministrazione che avrebbe portato un vento di cambiamento e francamente, molti di noi ci avevano creduto e hanno contribuito a farla votare.

Purtroppo, nei quasi tre anni di vita, seminando vento a parole è stata raccolta bonaccia nei fatti. Successivamente la tempesta del Covid ha evidenziato ancora di più l’incapacità dei marinai al comando.

La crisi di giunta era stata annunciata come necessaria per un rilancio, ma come avevamo temuto, si sta delineando sempre di più come mero riassetto di equilibri all’interno delle forze di maggioranza e dei singoli consiglieri che la compongono. Spartizione di poltrone in sintesi, per sfamare appetiti di potere residui.  Niente di nuovo rispetto a quella vecchia politica contro cui qualche tempo fa si scagliava l’attuale sindaco. Le uniche modifiche riguarderanno probabilmente la sostituzione di un assessore tecnico scelto proprio da Rossi e che dovrà lasciare il posto, non certamente per inadeguatezza o per incapacità ma per fare spazio a richieste o interessi di  qualcun altro.

Eppure in Italia sembra che qualcosa stia cambiando grazie proprio a quel nuovo Pd che il suo attuale segretario vorrebbe dar vita. Si diffonde e suscita speranze la percezione che la politica non può più essere intesa come spartizioni di posti e prebende. Cosi molti nodi vengono e verranno al pettine proprio nel Pd.

La politica è chiamata ad una rigenerazione per evitare uno scollamento ulteriore dal Paese reale. Ciò che è avvenuto nel PD a livello nazionale ne è lo specchio. Zingaretti, disgustato dalla sete di poltrone del suo partito, ha lasciato e Letta si sta cimentando nel rifondarlo.

Abbiamo molto apprezzato il discorso programmatico del neo segretario. Purtroppo in questo caso siamo lontani da Roma e il ponentino soffiato da lui  non arriva nella nostra città.  Da noi i canoni di governo sono rimasti gli stessi, il PD ormai minoranza,  con la complicità di un’altra minoranza (BBC) e con la connivenza interessata del sistema Emiliano, pensa alla permanenza dello statu quo per occupare spazi di potere, spartire qualche incarico e tirare a campare sulla testa di una città in grande difficoltà.

Si spera solo che almeno i punti programmatici definiti la scorsa settimana dagli iscritti del PD non rimangano lettera morta, anche se appaiono già rimossi dagli stessi proponenti il cui maggiore impegno sembra profuso solo per la definizione degli assetti in giunta e negli enti. E quanto sta avvenendo nel consorzio Asi è imbarazzante.

Bianco, dopo le burrascose vicende del bilancio, ha lasciato la presidenza dell’ASI. Sarebbe l’occasione per ripensare all’utilità del Consorzio, come più volte sollecitato dalla nostra associazione e da quanti sono preoccupati per la proposta di accorpamento avanzata dalla Regione.

Sarebbe l’occasione per rendere partecipi le aziende che operano nell’area industriale, renderle protagoniste, far partecipare le forze sindacali per ridisegnare un modo di gestire e diventare finalmente una amministrazione di prossimità per dirla con le parole di Letta. Che senso ha proporre una nomina senza un minimo di riflessione su quello che l’ente debba essere? È questa la politica che ha allontanato le persone. È questo che ha disgustato Zingaretti e che Letta vuole cambiare.

Ed è così che leggiamo dalla stampa che il PD cittadino sembra che stia pensando alla sostituzione di Bianco  alla guida dell’ente con un avvocato senza alcuna competenza di industria e di servizi alle imprese e il cui studio sembra sempre più specializzato nell’occupazione di poltrone alla  guida degli enti pubblici e da cui chiede ed ottiene incarichi legali. Incarichi che tra l’altro, soprattutto in questo periodo, potrebbero far lavorare qualche giovane professionista attraverso un sistema trasparente e a rotazione.

Brindisi avrebbe bisogno tanto di quel vento che soffia a Roma invece. Ci sarebbe bisogno di una amministrazione senza ideologie e verità precostituite in grado di confrontarsi con il territorio, uscendo da quel recinto autoreferenziale in cui si è chiusa utile solo ad un sistema di potere duro ad essere scardinato e a cui si sta affiancando un nuovo sistema che ruota attorno a palazzo Guerrieri.

Si è sempre più distanti dalle sofferenze della città e dalle sue impellenti necessità.

Sull’Asi andrebbe avviato un dibattito, coinvolgendo aziende e sindacati e offrendo loro la possibilità concreta di ridisegnarne la funzionalità. Alla zona industriale, nelle aziende, sanno bene di cosa c’è bisogno, ci sono le competenze per proporre, bisogna ascoltare e coinvolgere. Partito del territorio dovrebbe essere questo e lavorare così.

L’ultima necessità è un presidente nominato da un partito che pensa solo al potere e non a cosa esso serve e per chi esercitarlo. Altro che ponentino, qui c’è bisogno di un maestrale spazza tutto.

 

Il coordinamento cittadino 

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