Che non è Carmine Dipietrangelo.
Non credo abbia bisogno di una sigla dietro cui celarsi.
Piuttosto Left è ed è sempre stata, sin dal 2012, un punto di incontro e soprattutto di confrontro per persone che credendo nella sinistra, volevano e vogliono parlare di sinistra.
E che oggi, come ieri, parla di città ed alla città, anche in mancanza di luoghi altri di confronto in cui esercitare liberamente il pensiero.
Left sono anche io, sin dalla sua fondazione.
Chi mi conosce sa che non chiedo permesso per dire quello che penso, né sono solita nascondermi dietro qualcuno per esprimere le mie opinioni. Pago e ho sempre pagato, e probabilmente continuerò a pagare per questo mio “brutto carattere”, prezzi molto alti. Dunque non metterei mai a disposizione di altri la mia firma o il mio nome.
Ci sono persone, in Left, che ancora credono al confronto e che per quanto duro e complicato possa essere, come lo sono tutte le cose umane, decidono insieme cosa dire e cosa pubblicare, e che hanno rinunciato, per metodo e per coerenza, a firmare singolarmente i propri pezzi, proprio per la necessità e opportunità di passare prima di tutto dal confronto con gli altri.
Ci vogliamo occupare della nostra città . Anche se alcune volte in modo polemico, irriverente o poco costruttivo. E di questo, solo di questo potremmo chiedere scusa alla città stessa. Di non riuscire sempre a proporre soluzioni.
Ma Left è questo, pochi uomini e poche donne che sottraggono tempo ed energie alla quotidianità ed ai suoi problemi per continuare a parlare di questa benedetta città e tentare di ragionare di sogni.
Non dobbiamo chiedere il permesso, per fortuna, e dunque non valgono le reprimende, in qualunque forma siano espresse.
Certo altra cosa sarebbe discutere nel merito di quello che cerchiamo di dire. Ma questo livello di discussione oggi sembra impossibile, e di questo stiamo cercando di farcene una ragione.
Alessandra Amoruso
Ps. Solo a Vittorio Bruno Stamerra chiedevo di leggere in anteprima qualche mio pezzo… ma questa è davvero un’altra storia.