“Una volta deciso che la cosa può e deve essere fatta, bisogna solo trovare il modo…” Frase, parole di Lincoln che oggi, in particolare, ben si addicono al varo della nuova ( solo teorica!) giunta Rossi, dimostrando di aver trovato il “modo” ( per gli addetti dicasi spartizione) sopra citato e ponendo fine all’ennesima operazione gattopardesca di questa amministrazione.
Da umile ed attento operatore della politica, nazionale e locale, non mi scandalizza certo una prassi oramai consolidata per decenni: la pratica del “rimpasto”, propria di quasi tutti i Paesi liberaldemocratici dell’Occidente e oramai comunemente accettata dai manuali di diritto costituzionale, è una prerogativa del Sindaco e della sua maggioranza partitica, evitando una più seria crisi di governo locale. Ecco perché da cittadino, ed ex amministratore soprattutto, non posso far finta di cascare dalle nuvole: i rimpasti politici, pur se mal digeriti, spesso hanno consentito a coalizioni di governo eterogenee o di rilanciare la propria azione amministrativa o, secondo il perfetto Manuale Cencelli, di rinsaldare legami e accordi che con la buona politica non hanno nulla a che fare. Personalmente, come segretario cittadino della Lega, ritengo lo spettacolo andato in scena in queste settimane di trattative ed attesa, una dimostrazione plastica di oramai consolidata e trascinante crisi politico-amministrativa. Un teatrino che continua a mortificare, ingiustamente, la storia e la tradizione politica di questa città, sempre più martoriata nelle proprie disgrazie economiche e sociali. Ma vi è qualcosa di ancor più mortificante e degradante: non per la città, ma per una intera classe dirigente politica cittadina, e nella fattispecie quella rappresentativa della attuale maggioranza di governo!. Anche qui, lungi dal sottoscritto fare nozionismo amministrativo, la legge parla chiaro: il sindaco nomina i componenti della giunta comunale….rientra nei suoi poteri anche la revoca degli assessori, previa motivata comunicazione al consiglio (articolo 46, commi 2 e 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267). Ancora: nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, gli assessori possono essere nominati dal Sindaco anche al di fuori dei componenti del consiglio. Gli assessori “esterni” devono essere in possesso dei requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità previsti per i consiglieri….(Corte di cassazione – Sezioni civili: I Sezione, 6 marzo 2000, n. 2490). Ciò nonostante mi domando, e chiedo al Sindaco e al suo socio di maggioranza il PD: è mai possibile che in una città di circa 90.000 abitanti non vi siano dirigenti o militanti brindisini che avrebbero potuto amministrare la nostra città? Nulla contro le persone, rispettabilissime e degne; ma è mai possibile che questa città, svenduta e isolata, sia diventata una colonia straniera, una terra di conquista? sia diventata, per incapacità della politica locale, nelle principali Istituzioni ed Enti, una succursale di Bari? Ed ora che facciamo, aggiungiamo le succursali di Ostuni o San Vito dei Normanni? Possibile che questa città, questa politica, non senta il bisogno di uno scatto d’orgoglio e dignità? Complimenti Sindaco, complimenti alla sua maggioranza, proprio una bella Rivoluzione!!. Credo, senza timore di smentita, che ci siano persone elette in Consiglio Comunale (nelle fila della maggioranza ovviamente) che avrebbero potuto tranquillamente e degnamente ricoprire il ruolo di Assessore, non solo per la conoscenza del territorio, ma soprattutto per le professionali e personali competenze. E allora, diciamo una volta per tutte la verità ai brindisini: non siamo di fronte ad una autorevole operazione di rimpasto e rilancio politico, ma di fronte all’ennesimo atto farsesco di una coalizione che arranca alla ricerca di una maggioranza che non c’è più!. Una totale assenza di continuità, di progettualità, di iniziativa e di sviluppo per la città. Non lamentiamoci se siamo sempre la cenerentola della Puglia, mentre le altre province sono già avanti, per esempio, nei progetti (CIS), nelle infrastrutture, nei trasporti e nelle politiche comunitarie. Per dirla breve: assenza e fallimento totale di questa squadra, a trazione PD, e del suo regista ormai isolato e senza gioco. E non lo dice l’avv. De Michele: basti vedere il comunicato di una “costola” giovane, importante e qualificata di maggioranza come il movimento “ora tocca a noi”. Questo mi deprime, mi avvilisce, non solo come politico, ma come brindisino che ama la sua città. Ciò nonostante, come cittadino, faccio i miei migliori auguri di buon lavoro ai nuovi assessori e delegati speciali, indiscutibili ed insindacabili sul piano personale, ai quali chiedo, questo si, un atto d’amore e fedeltà: garantire il massimo impegno e la massima dedizione personale e politica. Una assunzione di responsabilità non per me, non per la Lega, ma per la nostra splendida ed amata Brindisi.
Avv. Cosimo DE MICHELE