Si succedono in un turbinio di emozioni ed eventi l’8 marzo ed il 19 marzo, giornate dedicate a donne e padri, ma esaurite in breve tempo le attenzioni mediatiche poi poco si fa in termini politici per quanto riguarda gli aspetti del lavoro.

Lo viviamo nella nostra provincia che in un continuo spopolamento, come già denunciato dalla CGIL Brindisi a margine dello SVIMEZ 2020, avere un figlio, specie dalle nostre parti, è sempre più un lusso e pensare di averne due è semplicemente una follia, tenendo anche in conto poi che chi nasce nel Brindisino cresce con la quasi certezza di dover andar via.

Ma anche quando il lavoro c’è tutto diventa ancora più complicato, in Italia da quest’anno il padre alla nascita di un figlio ha diritto a 10 giorni di congedo retribuito, fino a qualche anno fa era 1 quindi può sembrare una conquista, ma se rapportato con il resto d’Europa, dove l’ordine del permesso si misura in mesi, capiamo quanto la genitorialità non sia al centro delle politiche del Paese

Le misure sullo smart working pensate per il Covid19 ci dicono che il lavoro (quello retribuito e quello di cura non retribuito) non vale molto perché farlo insieme, praticamente in contemporanea, alla formazione dei figli dalla Dad al semplice accudirli non permette ai genitori di fare bene né l’uno né l’altro. Il concetto che passa è che non è un problema perché mica sono lavori, poi se non puoi andare in smart working puoi stare a casa con lo stipendio dimezzato al 50% ma sappiamo benissimo che se non puoi andare in smart è perché fai un lavoro che non te lo permette e quindi non d’ufficio, praticamente un lavoro che già è pagato poco e che riduce la capacità di spesa del 50%. 

Per non parlare dei somministrati e dei lavori atipici che se le sognano pure queste tutele, ma anche ai lavori discontinui, vallo a spiegare ad un lavoratore della sanità, dello sport, a chi consegna a domicilio Rider o fattorino, al camionista o al commesso o a tutto il mondo dell’edilizia e delle fabbriche come fare smart working o digli di vivere con il 30% dello stipendio, si perché senza la pandemia se vuoi un congedo parentale facoltativo l’elemosina che ti viene proposta è meno di un terzo dello stipendio medio.

Anche la soluzione di portare a casa dei nonni i bambini è poco più di un compromesso una svolta familistica di cui l’Italia si fa scudo per dare la risposta a tutto, dalla disoccupazione giovanile al lavoro genitoriale.

Ancora una volta non c’è considerazione per l’essere genitori la realtà che vivono e il loro lavoro, per poi stupirsi quando escono i dati sulle nascite. 

Proprio la nascita sconvolge i progetti di molte donne che una volta diventate madri non riescono a conciliare la felicità di essere mamma con la determinazione dell’essere lavoratrice, ogni anno decine di migliaia di mamme lavoratrici si dimettono volontariamente dal loro lavoro, allargando le fila della disoccupazione.

Fra i nuovi bisogni sociali appare sempre più fondamentale la necessità di servizi a sostegno ed integrazione  della famiglia ma questo pare non essere prioritario per questa nazione che fatica ad uscire dalla logica patriarcale del padre che deve sopperire a tutti i bisogni della famiglia e della madre chiusa in casa ad accudire i figli.

 

 

Antonio Macchia Segretario Generale Cgil Brindisi

Luciano Quarta Segretario NIdiL Cgil Brindisi