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Uil Brindisi: C’era una volta…………

no, non è una favola ma la realtà di cosa abbiamo visto e vissuto lo straordinario cambiamento economico e sociale avvenuto in Italia e di conseguenza anche nella nostra città, in primo piano ed a pieno titolo protagonista per la sua storia e per le particolari caratteristiche infrastrutturali: porto, aeroporto in primis, fin dal primo periodo del dopoguerra:

il miracolo italiano per il quale hanno contribuito anche Brindisi ed i suoi cittadini. Un cambiamento radicale favorito dall’eccezionale impegno e lungimiranza dei rappresentanti politici dell’epoca e accompagnato da investimenti straordinari che hanno cambiato e trasformato il tessuto produttivo e l’economia locale: da prevalentemente artigianale, agricola, commerciale e legata alla pesca, ad industriale in settori trainanti come quello chimico, metalmeccanico e turistico interessando il territorio provinciale ed altre province della regione Puglia e, perfino, le regioni limitrofe. La politica locale fece la parte del leone e le più grandi aziende nazionali pubbliche e private, fin dall’inizio, furono interessate e presenti con progetti finanziati soprattutto dalla Cassa per il Mezzogiorno. La città si arricchì di nuove competenze ed attività, l’occupazione aumentò, il tessuto urbano si estese con nuovi quartieri. I risultati in termini di reddito pro capite furono straordinari.  Il ruolo della politica e di coloro che la rappresentavano a livello locale: personalità di grande rilievo istituzionale e di riconosciuta capacità in quel periodo che ebbe inizio negli anni ’50 fino agli ’80, fu determinante ed il territorio ne trasse grandi vantaggi. No, non è una favola, ma quanto ha realizzato l’efficace politica degli anni della rinascita mentre oggi assistiamo, nostro malgrado, ad un capovolgimento della situazione come quella attuale, completamente trasformata e ridimensionata, che vede gli attuali rappresentanti chiusi nella loro ristretta cerchia di interessi, incapaci di socializzare le problematiche comuni, rifiutando il confronto ed il dialogo con le parti sociali. Ma la cosa più scoraggiante è la voglia e la volontà di distruggere quanto costruito in precedenza con tanti sacrifici. Certo quelli del passato avevano la capacità e gli attributi per farsi rispettare, mentre oggi sono solo lo zerbino del factotum di turno, il quale decide chi deve sopravvivere e chi al contrario deve subire. Noi non intendiamo subire per colpa di chi si ostina a rappresentare la città in maniera unilaterale ed inefficace. A nulla sono valse le numerose richieste inviate come UIL e le molte altre insieme ai colleghi di CGIL e CISL alle Istituzioni locali e regionali. C’è sempre qualcuno che al momento opportuno impedisce qualsiasi confronto e discussione. Nascono e si moltiplicano pareri e discussioni sui Social e sulla stampa con il risultato di provocare maggiori contrasti e sterili prese di posizione che fotografano l’andazzo di un certo modo di fare politica che non ha mai costruito niente, impegnata a demolire quel poco di buono che qualche volenteroso e inascoltato rappresentante del Governo della città tenta di avanzare con proposte accettabili per uscire fuori dalla pesante emergenza in cui ci troviamo. Al contrario c’è sempre chi risponde con ostinata intransigenza, rimanendo SEMPRE e COMUNQUE su posizioni rigide e senza appello, mentre il tempo passa senza che succeda niente. È vero, Brindisi rappresenta la contrarietà delle contrarietà ed è innamorata dei forestieri ma, almeno di fronte al dilagare del degrado e della confusione politica, si deve trovare la strada della responsabilità riconoscendo con sano realismo le proprie incapacità ed errori.

 

Antonio Licchello

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