COVID, ZULLO (FDI) ALL’ASSESSORE LOPALCO: UN MALATO SLA NON VACCINATO E UN 43ENNE DIALIZZATO POSITIVO CHE MUORE NON SONO SOLO NUMERI, SONO PERSONE.
C’È UN LIMITE ALL’ASSENZA DI UMANIZZAZIONE NELLE POLITICHE DELLA SALUTE
“C’è un fossato tra tecnicismo e politica che chi rappresenta le Istituzioni deve saper colmare, e questo ha ancor più peso quando ci si occupa di politiche della salute. Le risposte di ieri dell’assessore Pierluigi Lopalco al giornalista di RAI 2 (e mandate in onda nella trasmissione ANNI 20) mettono in evidenza la difficoltà di identificare i numeri con le persone.
“Se un malato di SLA retrocede nella priorità di intervento con un vaccino, e se la morte di un giovane dializzato poteva essere evitata con un vaccino inoculato a tempo debito, le domande e gli interrogativi sollevati nel merito non devono solo avere un approccio epidemiologico, perché non investono solo un rapporto numerico utile alla statistica ma riguardano vite umane fatte di emozioni, sentimenti, affetti e valori indescrivibili e non negoziabili, e con nessuna giustificazione possono essere derubricati ad un rapporto: 1 su 4 milioni.
“Se il collega Antonio Tutolo sbatte la porta al Gruppo CON, in aperta contrapposizione all’assenza di umanizzazione che Lopalco mette in campo alla guida dell’assessorato alle politiche della salute, l’intervista di ieri sera non fa altro che dargli ragione, e mette in luce tutte le fragilità politiche di un Assessore forse troppo abituato insieme al suo presidente Michele Emiliano all’adulazione e alla cortigianeria in trasmissioni televisive compiacenti, piuttosto che alla critica pur feroce ma obiettiva.
“Ma l’adulazione e la cortigianeria è propria degli scendiletto dei potenti, mentre sono da apprezzare quei professionisti che danno voce ai deboli – come ieri è capitato nella trasmissione ANNI 20 di RAI 2 – o anche quelle critiche sul fallimento del contrasto alla pandemia avanzate da autorevoli testate giornalistiche locali, regionali, nazionali e perfino internazionali come il Financial Times, che danno contezza di quanto sia necessario commissariare la gestione COVID in Puglia, una Regione che rimane ancora in zona rossa con grande sofferenza sanitaria ed economica.”