“Non si può far fronte alla carenza di personale infermieristico nelle RSA ‘sostituendolo’ con OSS specializzati, giustificando questa scelta con l’emergenza in corso.

A confermare la posizione che ho più volte sostenuto sia in Consiglio che in Commissione sono arrivate oggi le parole del Sottosegretario Sileri rispondendo a un’interpellanza su una delibera adottata dalla Regione Veneto sul percorso di formazione complementare degli OSS.  Il Sottosegretario ha chiaramente detto che non si possono estendere i limiti degli OSS oltre quelli previsti e non si possono sovrapporre la figura dell’OSS e quella dell’infermiere. Anche in Puglia l’OPI regionale ha espresso le stesse preoccupazioni ed espresso la richiesta di un’audizione in III Commissione, di cui mi farò portatore con il presidente Vizzino. Capiamo la necessità di arginare il cosiddetto ‘esodo’ degli infermieri dal privato al pubblico, anche solo per contratti di pochi mesi, ma serve salvaguardare sia gli operatori sanitari che i pazienti. OSS e infermieri hanno competenze diverse, che devono integrarsi nei percorsi di cura per garantire la migliore assistenza e non si può chiedere agli OSS specializzati di farsi carico di maggiori responsabilità a fronte di trattamenti economici inadeguati, e aggravando ulteriormente il carico di lavoro sugli infermieri rimasti, che a quel punto sarebbero costretti ad andarsene”. Lo dichiara il consigliere del M5S Marco Galante.

“Sappiamo che la situazione è frutto di una ormai cronica carenza di infermieri, ma non possiamo restare immobili e rischiare il collasso nelle RSA – continua il pentastellato –  e serve cercare soluzioni immediate. Bisogna equiparare gli stipendi e le tutele contrattuali del personale sanitario che opera nelle strutture private con quelli di chi lavora nel pubblico e prevedere l’eliminazione dell’obbligo del rapporto esclusivo per gli infermieri che lavorano negli ospedali, dando loro la possibilità di lavorare in extramoenia. Solo così potremo dare una prima risposta all’emergenza in corso e far sì che le persone più fragili nelle strutture residenziali si vedano garantire il diritto alla migliore assistenza”.