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BRINDISI.Antonino (Br):La città tutta affianco dei lavoratori ex GSE!

Andrà in discussione nel Consiglio Comunale di domani il mio ordine del giorno relativo alla triste vicenda dei lavoratori ex GSE che rischiano di perdere definitivamente il posto di lavoro.

Una vicenda che ha molti lati oscuri che andrebbero chiariti una volta per tutte. 

Intanto la prima stranezza è quella di una società che chiede di fallire senza che vi fosse stata presentata istanza da alcuno e neppure tentare un concordato con gli eventuali creditori. Eppure si trattava di una azienda storica del comparto aeronautico brindisino, con commesse in Italia e all’estero. E che aveva anche beneficiato in un recente passato di contributi da parte della Regione Puglia. 

Comunque una volta decretato il fallimento vengono fissate le condizioni per la partecipazione all’asta. Era previsto che alla stessa potevano partecipare solo aziende di comprovata esperienza nel settore aeronautico, che si dovevano impegnare ad assumere  tutti i dipendenti in forza alla data dell’asta ed a mantenere i livelli occupazionali anche successivamente e che doveva essere rispettata l’anzianità lavorativa.  

Accade invece che all’asta partecipa solo la Società DCM SRL, sodalizio orbitante nel perimetro del gruppo DEMA SPA, che si aggiudica la GSE al prezzo di 3.600.000,00 Euro.

La cosa strana è che, contrariamente a quanto fissato nel bando d’asta, si tratta di una azienda costituita solo qualche giorno prima, con un capitale sociale di 10.000,00 Euro, di cui versati solo 2.800,00 Euro. 

Le prime perplessità sulla operazione emergono quando la Società DCM SRL stipula un contratto di fitto di ramo di azienda con un’altra società,  la DAR SRL, che guarda caso ha la sede  legale allo stesso indirizzo della DCM. Il fitto di ramo di azienda prevedeva il passaggio di tutta la forza lavorativa alla DAR SRL, di cui 113 dipendenti venivano trasferiti contestualmente alla stipula del contratto alle dipendenze della DAR SRL senza alcun rispetto dei criteri posti dalla Legge 223/1991 in particolare per quanto riguarda l’anzianità di servizio, anche sotto questo aspetto contrariamente a quanto previsto nell’avviso d’asta,  nel mentre per gli altri 112 veniva assunto formale impegno a fare altrettanto in un’epoca successiva.

Nella attesa della assunzione da parte della DAR i 112 dipendenti rimasti a terra venivano posti in cassa integrazione guadagni. 

Stranamente  la DCM SRL decideva successivamente di porsi in liquidazione volontaria senza che nessun impegno di salvaguardia del patrimonio aziendale della GSE, in cui a buon diritto rientravano anche le maestranze, venisse così mantenuto ed anche la volontà dichiarata di garantire ai dipendenti non ancora assunti dalla DAR SRL percorsi di formazione continua rimaneva una chimera. 

Insomma l’intera operazione sembra essere stata concepita con l’intento di acquisire le certificazioni e le commesse in pancia alla GSE SRL riducendo sensibilmente la forza lavoro impiegata. 

Vi è da chiedersi, alla luce delle vicende che hanno visto protagonisti alcuni giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Brindisi non molto tempo fa, se tutto l’iter non sia stato concepito fin dall’inizio con un intenti che andrebbero approfonditi. 

Io credo che le Istituzioni locali devono far sentire forte la loro voce. Ed in primis il Sindaco. Per questo ho presentato l’ordine del giorno. Altrimenti la vertenza degli ex lavoratori GSE che rischiano di perdere definitivamente il posto di lavoro si andrà ad aggiungere ad altre vicende simili che hanno visto protagonista il territorio brindisino. Ricordiamo i casi della DOW CHEMICAL, della EVC e di tante altre aziende che sono passate di mano con il solo fine di appropriarsi del patrimonio aziendale fatto di commesse o di brevetti lasciando poi a terra i lavoratori. 

E’ tanto più importante che il Consiglio si esprime in modo netto e chiaro visto che per il prossimo 7 maggio è convocato un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico cui, stranamente, le Istituzioni locali non sono state invitate.

Emenderò quindi il mio ordine del giorno nel senso che il Consiglio Comunale dia mandato al Sindaco di chiedere formalmente al MISE la partecipazione alla riunione.

 

                                                                                                                  Il Capogruppo PRI

                                                                                                              (Gabriele ANTONINO)

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