“La politica sta letteralmente lasciando a terra i centri diurni per disabili, e che lo faccia in un momento drammatico come questo, è ancora più significativo.

La politica dell’ascolto di cui spesso sentiamo parlare, i tavoli regionali di confronto, non hanno alcun senso se poi non si traducono in fatti concreti. E al momento l’unico fatto concreto è che gli utenti dei centri diurni delle province di Brindisi e Lecce, persone notamente fragili e con disabilità, restano a casa”. E’ questo lo sfogo del presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo per quanto sta succedendo nei centri diurni di Brindisi e Lecce, vittime di un lapsus burocratico/amministrativo che sta lasciando a casa almeno un terzo degli utenti abbandonandoli alle loro famiglie anch’esse in balia dell’incertezza e dell’emarginazione. 

I centri diurni hanno subito un cambio di regolamentazione. Da strutture socio assistenziali (ex art.60 del RR 4/2007) sono diventate strutture sanitarie. Nel regime transitorio che si è creato, i centri diurni delle province di Brindisi e Lecce, pur rientrando nella ricognizione del fabbisogno che la Regione Puglia ha effettuato, non sono stati convocati per firmare le cosiddette pre-intese con le quali di fatto si sarebbe dato inizio ad una nuova contrattualizzazione. Invece, no. Sono stati lasciati in questo limbo amministrativo che li sta portando al collasso. Dunque senza pre-intese non è stata fatta alcuna nuova contrattualizzazione. Con buona pace degli utenti dei centri che restano a casa con tutto quello che ne consegue. 

“Qui si tratta – continua Rollo – di salvaguardare la salute, la dignità di queste persone che non può essere solamente reclamata per attrarre consenso politico. E smettiamola di attribuire ogni sbavatura e ogni situazione di stallo all’emergenza sanitaria. Questi sono temi sui quali non si può sviare, soprattutto durante una pandemia. E’ troppo facile fare come fa la politica: dichiara inaccettabile quello che sta succedendo, convoca audizioni nelle commissioni regionali, apre tavoli in assessorato e poi si dimentica, soprattutto sui servizi essenziali che toccano la carne viva della quotidianità, di stabilizzare nella nuova regolamentazione i centri diurni per disabili di ben due province della Puglia. Non è così che funziona”. 

Questa situazione rinforza il sospetto che si vogliano mantenere i livelli essenziali riducendo le risorse  facendo sempre leva sull’abnegazione di tanti lavoratori, cooperatori e non, che gestiscono le strutture. “Le cooperative,- conclude Rollo – che fino ad oggi hanno mantenuto un profilo di interlocuzione e concertazione educato e rispettoso dei ruoli istituzionali, non sono più disposte ad accettare tali situazioni di precarietà e chiedono il rispetto del proprio lavoro, della dignità e della salute delle persone che assistono, delle comunità di riferimento, nonché la giusta remunerazione per la propria attività”. 

Inoltre, e non da ultimo, chiediamo anche i controlli sui requisiti che non sono solo legittimi, ma anche auspicabili perché quando si tratta di curare o assistere le persone, non sono ammessi sotterfugi o, al contrario di quanto qualcuno possa pensare, carenze strutturali e organizzative.