L’arma più efficace nella lotta del tumore della mammella, prima patologia oncologica che colpisce le donne, è l’identificazione della neoplasia in fase precoce attraverso percorsi periodici di prevenzione strumentale. Una metodologia irrinunciabile per ridurre il tasso di mortalità di questa malattia la cui incidenza continua ad aumentare.
Nella Asl di Brindisi le mammografie da screening e tutte le altre prestazioni senologiche preventive sono garantite anche nell’Unità operativa dipartimentale di Senologia dell’ospedale di Ostuni, diretta da Mariangela Capodieci, responsabile della Senologia ospedaliera dell’azienda sanitaria locale brindisina. Il presidio di Ostuni è un ospedale Covid ma il centro di Senologia è inserito in un percorso pulito che garantisce la necessaria sicurezza alle pazienti. Gli operatori in servizio nella Senologia ostunese, però, hanno notato un netto calo nell’affluenza, nonostante il sistema di invito messo a punto della struttura che consente alle donne incluse nei programmi di screening di ricevere una chiamata diretta per effettuare i controlli periodici.
“È importante – spiega Capodieci – continuare a garantire alle donne la possibilità della prevenzione, individuando all’interno delle senologie dei percorsi ‘puliti’, cioè sicuri, per le pazienti in modo da permettere la convivenza di tutte le altre malattie, nel caso specifico del tumore della mammella, con l’attuale situazione epidemiologica che ormai si è protratta oltre le nostre aspettative. Questo è quello che abbiamo fatto a Ostuni: appena l’ospedale è diventato Covid, grazie ad Antonio Ariano, direttore del servizio di Prevenzione e protezione della Asl di Brindisi, siamo riusciti a individuare i percorsi sicuri necessari a garantire alle pazienti di poter seguire sia gli screening sia la senologia clinica in assoluta tranquillità”.
Nonostante il complicato momento che stiamo vivendo a livello sanitario, quindi, è essenziale continuare a garantire tutti i percorsi di prevenzione senologica e ricordare alle donne l’importanza di seguirli sempre con regolarità.
“La prevenzione senologica – prosegue Capodieci – è l’unico strumento per individuare la malattia in fase precoce. Una corretta prevenzione si traduce nella possibilità di ricorrere a interventi chirurgici meno demolitivi e terapie farmacologiche meno aggressive. C’è poi, non ultimo, l’allungamento della prospettiva di vita: è noto, infatti, che nelle donne che si sottopongono con regolarità ai controlli di prevenzione la mortalità è ridotta fino al 50% rispetto alle donne che non li seguono o che non li seguono con regolarità. Negli ultimi 20 anni, sono stati fatti passi da gigante in senologia grazie alla diffusione dei programmi di prevenzione che sono diventati sempre più precisi e puntuali, grazie alle campagne di sensibilizzazione alla prevenzione, all’introduzione di apparecchiature sempre più sofisticate che permettono di individuare il tumore della mammella nelle fasi più precoci ma anche grazie alle cure e alle terapie farmacologiche sempre più mirate. Questo scenario ha reso possibile, nonostante l’aumento dei tassi di incidenza, una riduzione dei tassi di mortalità: purtroppo il tumore della mammella continua a colpire fasce d’età sempre più giovani ma fortunatamente siamo in grado di intervenire per garantire aspettative di vita più lunghe, con tassi di sopravvivenza a 5 anni che in Italia sfiorano addirittura il 90%. L’unica strada percorribile per combattere il primo tumore che colpisce la donna, quindi, è quella dell’investimento sulla prevenzione, sui percorsi a essa associati e su cure e terapie, per non perdere i vantaggi guadagnati nel tempo in termini di riduzione della mortalità”.
Le parole e i pensieri della responsabile del servizio sono rilanciate dal coordinatore tecnico dell’ambulatorio ostunese, Domenica Argese, che ha spiegato come la sicurezza della Senologia dell’ospedale di Ostuni sia garantita nonostante l’arrivo nel presidio di pazienti Covid provenienti da tutta la Puglia. “Ci siamo accorti – spiega – che da un anno a questa parte c’è una diminuzione dell’afflusso delle donne che vengono da noi per effettuare le mammografie su invito per lo screening: alcuni giorni si arriva a notare la mancanza di più del 50% delle pazienti. L’unità operativa è sicura poiché le utenti effettuano un percorso che le porta dalla portineria al nostro servizio che è ‘pulito’, in quanto riservato agli operatori e solo a loro. Le ambulanze che provengono da tutta la regione portano i malati Covid dall’altra parte della struttura senza incrociare il percorso. Le donne, arrivando presso la nostra struttura, trovano un sistema di porte azionate dagli operatori che introduce un ulteriore livello di sicurezza: nella sala d’attesa non sostano più di due pazienti per volta. Ogni ambiente è dotato dei dispenser di disinfettante e le apparecchiature diagnostiche sono sanificate tra un esame e l’altro: le pazienti devono essere sicure di non correre nessun pericolo. I nostri medici, operatori sociosanitari, tecnici, infermieri, ausiliari sono vaccinati e siamo sottoposti a tampone ogni 15 giorni. Qui non c’è solo l’attenzione alla sicurezza dell’ambiente ma anche a quella del personale e, in definitiva, le nostre pazienti possono affidarsi a noi in totale tranquillità”.