“Condivido le finalità della proposta di legge approvata oggi per permettere ai pazienti in condizioni critiche di poter incontrare i loro cari, nel rispetto di un apposito protocollo.
Ritengo però che la norma vada migliorata prevedendo che il protocollo sia stilato da un tavolo tecnico formato da esperti, in modo da garantire il rispetto delle linee guida nazionali per la sicurezza di operatori sanitari, pazienti e infermieri, come fatto in altre regioni. Bisogna tener conto anche delle condizioni logistiche in cui si trovano le strutture, chiedendo ai direttori sanitari delle Asl di stilare un elenco per ogni provincia degli ospedali in cui le visite sarebbero possibili rispettando le indicazioni dall’ISS. L’umanizzazione delle cure è già propria di medici e infermieri, che ogni giorno sono in prima linea non solo per curare da un punto di vista clinico chi è in Terapia Intensiva, ma dando ai pazienti anche sostegno e supporto. Dobbiamo fare sicuramente di più perché il contatto tra pazienti e familiari fa parte delle cure, ma il Consiglio non può andare oltre quelle che sono le sue competenze. Per questo mi sono astenuto al momento del voto, riservandomi di presentare in aula gli emendamenti al testo della proposta”. Lo dichiara il consigliere del M5S Marco Galante a margine della seduta della Commissione Sanità in cui è stata approvata la proposta di legge per permettere le visite straordinarie ai pazienti in Terapia Intensiva.
“Medici e infermieri non sono angeli – continua Galante – ma persone che ogni giorno mettono a rischio anche la propria salute per dare la migliore assistenza e a loro vanno garantite le condizioni migliori per poter lavorare. Credo sia fondamentale confrontarsi con loro prima di esaminare la proposta in aula, chiedendo audizioni in Commissione. Ritengo prioritario poi aggiungere al testo anche un articolo che preveda l’aggiornamento costante dei familiari di chi è ricoverato in Terapia Intensiva, che troppo spesso sono costretti a passare ore a telefono per avere notizie dei propri cari. Serve l’attivazione di un CUP dedicato per ogni ospedale, in modo da poter seguire i propri cari. Tutti sappiamo quanto sia importante il rapporto umano e il conforto di un amico o di un parente per la guarigione e lavoreremo nella stessa direzione per poterlo garantire”.