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BRINDISI.Sportello migranti Comunità Africana:Ci sono persone a Brindisi che non possono godere dei diritti civili! Ci ritroveremo a piazza Matteotti davanti al Municipio lunedì 10 maggio 2021 alle 16:00

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Ci sono persone a Brindisi che non possono godere dei diritti civili!
Ci ritroveremo a piazza Matteotti davanti al Municipio lunedì 10 maggio 2021 alle 16:00 per chiedere ancora una volta a Comune e Questura di accordarsi e definire prassi che garantiscano l’iscrizione alla residenza anagrafica e, di conseguenza, il rinnovo di regolari permessi di soggiorno per molti cittadini stranieri. 

L’assenza di residenza comporta inevitabilmente l’impossibilità di accedere alle prestazioni sociosanitarie, di sottoscrivere un contratto di lavoro o di affitto, di aprire un conto, e si configura a tutti gli effetti come una violazione di diritti fondamentali perpetrata da quelle istituzioni che la Costituzione italiana pone a garanzia di chiunque abiti sul territorio italiano.
 
Il Comune di Brindisi ha stabilito un indirizzo per la residenza virtuale con la delibera n. 60 del 09/09/2014, considerando <<che la residenza anagrafica costituisce un diritto per il cittadino e un dovere per l’ufficiale di Anagrafe>> e questo vale anche per persone straniere, ma impedimenti evidentemente privi di legittimità giuridica ostacolano di fatto le iscrizioni anagrafiche dei senza fissa dimora o dei senza tetto.
 
Lo Sportello Migranti della Comunità Africana e i volontari delle associazioni che vi partecipano hanno da tempo avviato una interlocuzione con i rappresentanti delle istituzioni locali: l’ultimo Tavolo con il Comune di Brindisi, seguito a numerosi precedenti appelli, si è riunito a dicembre 2020, si sono poi susseguite promesse di soluzioni concordate con la Questura, ma ad oggi nessuno dei tanti solleciti a coloro che dovrebbero promuovere la piena integrazione dei cittadini stranieri ha sortito l’effetto di superare lo stato di irregolarità provocato a persone che hanno un regolare permesso di soggiorno in Italia!
 
La situazione è diventata insostenibile: disfunzioni burocratiche non possono trasformarsi in violazioni di diritti. È tempo di trovare una soluzione definitiva che permetta a chiunque di iscriversi all’anagrafe e vivere pienamente come cittadino, titolare di diritti “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
 


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