L’idea di utilizzare l’ospedale Covid in Fiera del Levante per le grandi emergenze, soprattutto in caso di incidente rilevante nell’area del Mediterraneo è un’idea che il presidente Emiliano ha avuto molto prima che il generale Figliuolo venisse a visitarlo… e già allora che era solo una delle tante idee buttate l’ avevo avuto modo di dire che si trattava di una decisione scellerata, perché era chiaro che né Emiliano né il responsabile regionale della Protezione Civile, Lerario, avevano contezza ed esperienza di cosa fosse la Medicina delle maxi emergenze.
Perché è evidente che se l’avessero avuta avrebbero dovuto sapere che un Piano ospedaliero idoneo a fronteggiare sia un’emergenza interna (per esempio, catastrofi che colpiscono direttamente la struttura sanitaria) sia un’esterna (per esempio, per garantire l’accettazione degli infortunati provenienti dall’area disastrata) non deve prevedere solo un mero aumento dei posti letto. I disastri pongono, infatti, problemi ‘unici’ che richiedono risposte ‘uniche’ e ‘specifiche’ in rapporto alla tipologia di catastrofe da fronteggiare: un’epidemia dovuta a un virus è diversa dalla strage che provoca un terremoto con feriti che hanno bisogno non certamente di virologi, ma di ben altri specialisti capaci di affrontare la patologia fisica a e psichica da trauma.
“Risposte che devono pertanto garantire un’efficace mobilitazione delle energie presenti al momento sulla base delle caratteristiche strutturali e della tipologia dei servizi erogati, e consentire una flessibilità della risposta modulata sulle esigenze poste dall’emergenza.
“Inoltre, già all’epoca ci chiedevamo: ma nelle more di un’altra eventuale emergenza, che speriamo non ci sia, la Regione deve continuare a pagare un fitto alla Fiera del Levante di 111mila euro al mese? Domande che sono sempre rimaste senza risposta… ma ora che l’idea sta diventando un progetto la pretesa delle risposte diventa necessaria, prima che a pagare siano sempre e solo i pugliesi.
“A noi sembra sempre il tentativo di giustificare un’improvvisazione colossale nata per adeguare il numero di posti letto di terapia intensiva e post-intensiva che ben avrebbero potuto allocarsi nel numero di due o tre posti letto per presidio ospedaliero già funzionante nella Regione. Una spesa colossale che avremmo dovuto impegnare per rafforzare prevenzione e assistenza territoriale e domiciliare con il sussidio della telemedicina. Non è un caso che la Puglia ha sofferto lunghi periodi di zona rossa, alta mortalità e didattica a distanza a permanenza per carenze nella prevenzione e nella presa in carico del soggetto COVID positivo.