Gli indennizzi di Tap e Snam sono diventati una vera e propria patata bollente che passa di mano in mano. Ieri era nelle mani del sottosegretario Tabacci, oggi del ministro Carfagna.

Domani chissà! Sta di fatto che, se non avessimo chiesto l’audizione dei vertici delle multinazionali in Prima Commissione – audizione per altro dove nessun esponente della Giunta Emiliano ha sentito il bisogno non di partecipare –, non si sarebbe mosso nulla. Ed è grazie a quell’audizione sappiamo che dopo il Governo Conte, dove il sottosegretario Turco aveva deciso di far rientrare questi indennizzi in un più ampio calderone di risorse previste per il territorio, non c’è stata più nessuna interlocuzione. Per cui Tap che è disponibile a mettere a disposizione del territorio interessato dall’opera (già ampiamente realizzata e funzionante) 25 milioni di euro non è stato mai più convocato dal Governo Draghi, e neppure Snam che pure è pronta a sedersi con i Comuni interessati per finanziare alcuni loro progetti. Anche perché, e va detto, spesso sono alcuni sindaci a non volerlo fare nella logica che se i soldi arrivano dal Governo va bene, ma se arrivano da chi – a loro dire – avrebbe deturpato il paesaggio no. La solita ideologia che paralizza poi opere che concretamente potrebbero essere realizzate, vista la buona volontà di Tap e Snam.

“Per questo è necessario muoversi, bisogna scongiurare un rischio, al quale i nostri amministratori regionali ci hanno purtroppo abituati con l’Europa, di perdere risorse importanti. Per questo ho chiesto audizione dell’assessore allo Sviluppo Economico, Delli Noci, in Commissione per capire se, dopo l’audizione, ha pensato di avviare con i due manager una qualsiasi interlocuzione, ma soprattutto se sta pensando di farsi ‘ponte’ fra loro e il Governo nazionale, ma soprattutto con i Comuni leccesi e brindisi che hanno nei loro cassetti 49 progetti e non sanno a chi devono presentarli.