La figura storica, il suo ruolo, la sua funzione, rendono Peppino GENGHI, idea e motore, guida ed esempio a cui manchiamo di rendere omaggio e Lode.

Il suo intervento alla costante azione di promozione e sostegno dell’associazionismo é il vero ed intimo progetto a cui saremo necessitati di dare ampio ed esaustivo rendiconto.

Aveva 77 anni ed era di Turi, la cittadina della provincia di Bari cui era e resta legato, lì riposa dal 9 giugno 2020.

Amava il profumo dei suoi ciliegi e lì correva per sostenere gli affetti cari. Il suo nome, il suo operato, il suo pensiero, sono invece stati massimamente rivolti alla città di Brindisi, nella qualità di ufficiale superiore dell’Arma Aeronautica, presso l’aeroporto “Pierozzi” e nel suo instancabile impegno per il bene della città.

Il suo nome e il suo impegno sono stati come le ali dell’aquila, dispiegate, armoniche, gelose e protettive dei propri aquilotti. 

Tantissimi sono i suoi figli, migliaia nelle caserme, altrettanti tra i giovani, gli adulti che ha avuto la forza di riunire in efficienti percorsi di consapevolezza. 

L’elenco pertanto diventa importante, ma non ingombrante.

La sua figura ha sempre rappresentato riferimento, mai ostacolo. 

È il cuore dell’associazionismo, militare e civile. Della sua casa, l’Aeronautica Militare, ricoprendo la funzione di presidenza delle sezioni di Puglia Basilicata e Molise. Di tutte le Associazioni d’Arma e Combattentistiche, per conto della loro organizzazione federativa, ASSOARMA, di cui era presidente del consiglio periferico di Brindisi; era vice-presidente dell’associazione San Lorenzo da Brindisi, il nobile presidio della cultura laurenziana, come pure era ingranaggio di quelle associazioni che si erano costituite in comitato per la tutela e promozione del patrimonio brindisino, che ha perseguito le nobili battaglie per il recupero del Castello Alfonsino o per vedere risolta l’annosa questione della Fontana Tancredi.

Nel suo cuore il viaggio, come percorso e come incontro. Console del Touring Club Italia, per la provincia di Brindisi, Vice-Console Regionale, per circa 30 anni ha instillato il germe dell’incontro, essenza del viaggio, l’andare, verso, l’andare oltre.

Il primo venerdì del mese di novembre, c’era l’usanza di consumare una cena fra gli aderenti al club presso un ristorante, denominato per l’occasione “del buon ricordo”. Da quando lui è divenuto Console, ha dato vita ad una tradizione: ha affidato ad uno scultore, Cosimo Giuliano, la realizzazione di un piatto su cui veniva proposto ogni anno, un monumento una chiesa, un castello della provincia.

Della città di Brindisi, di cui aveva a cuore il grande patrimonio storico-culturale, è stato anche amministratore pubblico, perché anche questo è stato “Peppino”, il suo servizio alla comunità è andato molto oltre il compito amministrativo, divenendo esempio di comportamento da seguire.

Se alla sua vista d’“aquila” non sfuggiva la visione globale ed alta, a lui non difettava la memoria, per cui ha incoraggiato promosso e sviluppato incontri, convegni, borse di studio, persino un archivio storico riveniente dal grande patrimonio di memorie che afferiscono la città ed i suoi eroi. 

Congiuntamente al passaggio del bene monumentale “Monumento Nazionale al Marinaio d’Italia”, quando questo transitò nelle disponibilità della pubblica amministrazione cittadina, propose al Consiglio periferico di ASSOARMA di prendersi cura della memoria custodita in quel luogo sacro.

Dal settembre 2015, centesimo anniversario della tragedia della corazzata “Benedetto Brin”, ogni prima domenica del mese, l’incontro aperto a tutti, per un “Dialogo con la memoria” ed una Santa Messa.

Dal dicembre del 2019, aveva dovuto interrompere molte delle sue attività. La cura della persona, custodita ed accompagnata dalla gentilissima moglie Imma e dai figli, lo hanno accompagnato in un tempo che, qualche settimana dopo, ci ha visti improvvisamente isolati, tutti, nelle nostre case e fargli visita è divenuto impossibile.

Siamo tantissimi coloro che hanno goduto del suo sorriso e del suo incoraggiamento magistrale. 

Siamo in molti a ereditare il coraggio di osare e di volare alto per amare.

Il rispetto delle regole, cui Peppino riconduceva la sua azione, si è palesato tutto, nel Santuario, che ne ha ospitato le esequie: l’antica chiesa di Santa Maria del Casale, che lui aveva nel cuore per tantissime ragioni, non marginale, quella che vuole quella come cappella dedicata alla protettrice dell’Aeronautica.

La lunga teoria di labari accompagnava la composta assemblea e la guida liturgica. Le mascherine, poste a garanzia della salute di tutti, amplificavano il senso di silenzio e di smarrimento che in molti abbiamo provato. Toccante il suo passaggio tra i labari issati a far coorte al passaggio dell’aquila che spiccava il volo eterno.