Il commento di Giorgia Meloni su IlGiornale, oggi, è testimonianza di sensibilità e spessore politico nonché grande lezione di educazione sociale. “L’odio rosso contro Ramelli” è diventato, per il mondo di destra, quasi un’assuefazione alla pochezza morale (e politica) di una sinistra che intende sempre più insegnare senza averne i requisiti.

Quando l’Università del Salento boccia il voto del consiglio comunale di Lecce a favore dell’intitolazione di uno spazio cittadino a Sergio Ramelli, non solo compie un atto amorale ma viene meno al principio di terzietà, schierandosi di fatto con un’area politica che, in questo momento storico, tenta di predominare proprio con il metodo dell’indottrinamento, decidendo arbitrariamente quando e se qualcosa è giusta o meno. 
 
Ci saremmo aspettati una presa di posizione dai vertici di Unisalento, per comprendere se quello è l’indirizzo di tutta l’Università salentina o solo di una parte di essa. La storia di Sergio Ramelli va oltre il semplice racconto dell’eterna antitesi tra destra e sinistra: Sergio Ramelli era, ad esempio, uno studente con la sola colpa di aver espresso le sue idee in un compito a scuola. Ed è singolare che proprio la culla dell’Istruzione si schieri, concettualmente, contro la libertà di pensiero.
 
Così il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Lecce Saverio Congedo e il coordinatore regionale pugliese on. Marcello Gemmato.