BrindisiFocusItalia

RENDICONTO 2020. Vincenzo Albano : Solo numeri e tanta fede. Manca la politica, mancano i Cittadini.

Lo scorso venerdi con tutta la maggioranza in aula, più uno, il Consiglio comunale, con una decisione che è sembrata a molti un autentico atto di fede collettivo,  cosiderato il ridottissimo tempo a disposizione  per visionare quella montagna di numeri, conti e tabelle, ha approvato in tutta fretta,  all’ultimo secondo, il   rendiconto  del 2020 nella indifferenza della gran parte dei nostri concittadini. 

Eppure si tratta di uno dei documenti più importanti  della vita di una comunità, perché racconta l’effettiva attività svolta lo scorso anno dall’ Amministrazione comunale e dalla sua  attuale maggioranza. 

Cioè  quanto è stato realizzato, quanto non è stato realizzato pur essendo stato programmato, le difficoltà, le emergenze, la capacità dell’amministrazione di stare sui problemi, di risolverli,  di creare occasioni di sviluppo per il  territorio.

Anche la stampa, le televisioni locali ne hanno dato  notizia sommaria, senza entrare  nel merito di un documento di cui moltissimi cittadini non ne conoscono l’articolazione e questo non perché  il tema dell’attività dell’amministrazione Comunale non  appassiona, ma perché  la sua lettura risulta come sempre ostica,  di difficile comprensione, 

Ancora una volta non si è riusciti a superare la visione esclusivamente ragioneristica del bilancio comunale. Solo numeri e tanta ansia per far quadrare i conti.

Tutto è rimasto  legato esclusivamente al calcolo delle numerosissime quantità economiche, che lo rende pressochè incomprensibile a chi  non ha dimestichezza con il mondo  economico e per questo hanno grande difficoltà a districarsi fra titoli, capitoli, funzioni, categorie, impegni di spesa.

Sembra  pensato, cosi come accade per  tutti i documenti finanziari,  per impedire alla gente normale di poterci mettere il naso, di capire.

Molte amministrazioni in questi anni hanno sperimentato modi e linguaggi diversi da quello limitato al solo calcolo, adottando un linguaggio semplice, comprensibile, dando  evidenza concreta delle azioni praticate, riportando accanto alle cifre di bilancio i dati che raccontano i risultati  effettivamente raggiunti  e il senso sociale dell’impegno  dell’amministrazione. 

Un linguaggio e una comunicazione finalizzata ad avvicinare i cittadini, stimolando la loro partecipazione  alla vita delle istituzioni , per arginare il crescente clima di diffidenza e di sfiducia  nei confronti della  capacità di rappresentanza della politica che governa le città. 

Gli stessi impegni e obiettivi assunti dall’attuale sindaco che, come tanti altri impegni propinati a piene mani in campagna elettorale e nel corso della sua attività di consigliere comunale di opposizione,  sono rimasti  seppelliti nella sua mente e   nelle carte programmatiche, mai tradotti in fatti concreti.

Non aiuta molto  la relazione allegata al rendiconto, che  ripropone gli stessi concetti generali, lo stesso codice genetico, che   vengono riproposti ogni anno, sempre uguali, quasi  un esercizio di copia e  incolla. 

Si assiste  sempre alla stessa sceneggiata, quasi una magia.  Si crea nel documento di previsione  una sorta di libro dei sogni, che svanisce   a fine anno. 

Nondimeno i cittadini possono farsi un’idea sugli effetti del bilancio, riflettendo  sulle tante situazioni di crisi che vivono giornalmente  sulla propria pelle. Sul lavoro che manca, sul livello elevato di disoccupazione, sulla povertà crescente in modo esponenziale,  sui giovani senza prospettive di futuro in città, sulla sofferenza della mobilità urbana,  sulla carenza di parcheggi, sul volume esagerato di traffico parassita, sulle partecipate in affanno, sul degrado degli alloggi comunali, sugli edifici scolastici, sul commercio, sulle strade pietose,  sul centro storico in agonia,  sui quartieri abbandonati, sul decoro urbano, sulle  politiche sociali, sui quali a palazzo non si è mai riusciti a trovare una soluzione diversa dalle tante parole e dalle tante fantasie, che intorno ad essi si sono sprecate da  anni.

Purtroppo questa amministrazione non ce la fa proprio, non riesce a liberarsi della  sindrome del conclave. Non riesce ad aprirsi alla città, a  sganciarsi dalle incrostazioni di una impostazione  culturale caratterizzata dell’improvvisazione e  dall’approccio disgregato ai problemi,  a costruire un futuro di sviluppo per questa città.

E’ urgente un deciso cambio di passo, un approccio culturale diverso,  che deve implicare un maggiore e diretto coinvolgimento reale  dei cittadini, non solo nel momento della decisione del politico da votare , ma in quello della proposta, della decisione sulle cose da fare per la città e per i cittadini, ma anche in quello  del controllo su quanto è stato fatto. Un coinvolgimento  a 360 gradi.

Purtroppo in quel bilancio manca la politica, mancano i cittadini,  aleggia  solo tanta fede, anche se non si comprende in che cosa e per che cosa. 

 

Vincenzo Albano

Condividi: