H@H, Hospital at home, è la piattaforma di telemedicina adottata dalla Asl di Brindisi per implementare la rete che collega le strutture sanitarie aziendali al territorio, portando a casa del paziente cronico terapie e assistenza che diversamente dovrebbero essere erogate negli ospedali e negli ambulatori.
L’esperienza della Asl di Brindisi nel telemonitoraggio di patologie come broncopneumopatia cronico ostruttiva, diabete di tipo I e II e insufficienza cardiaca è oggetto di una recente analisi da parte di Aress, l’Agenzia strategica regionale per la salute e il sociale, curata dal CreHTA, il centro regionale che si occupa della valutazione delle tecnologie sanitarie. Il documento è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da Fedele Bonifazi, Raffaele Lagravinese, Federico Cangialosi, Emilio Chiarolla, Pasquale Notarangelo, Rachele Giuliani, Giorgia Chetta, Elisabetta Anna Graps.
“I pazienti inseriti nello studio – spiega il direttore di Distretto Franco Galasso, responsabile scientifico di TeleHomeCare, il progetto di telemonitoraggio della Asl di Brindisi – sono circa 600, suddivisi in un gruppo di trattamento e due gruppi di controllo, reclutati ex post. Il primo gruppo è composto da soggetti residenti a Ceglie Messapica, mentre i pazienti degli altri due sono residenti nel resto della regione. Attraverso gli strumenti di telemedicina – continua Galasso – possiamo rilevare in tempo reale frequenza cardiaca, temperatura corporea, pressione arteriosa, attività elettrica del cuore e saturazione di ossigeno”
La letteratura scientifica in argomento dimostra che l’intervento di telemedicina è più efficace delle cure tradizionali nel ridurre la mortalità con una tendenza a un minor ricorso all’ospedalizzazione correlata allo scompenso cardiaco. La telemedicina ha mostrato inoltre riduzioni statisticamente significative dell’emoglobina glicata (HbA1C), per quanto riguarda le varie forme di diabete. Per la Bpco, la broncopneumopatia cronico ostruttiva, la telemedicina ha ridotto gli accessi al Pronto soccorso e i ricoveri e migliorato la qualità di vita dei pazienti.
In conclusione, la valutazione HTA del progetto H@H implementato nella Asl di Brindisi mostra che rispetto alle cure tradizionali l’aggiunta della telemedicina può migliorare gli esiti di salute dei pazienti soprattutto quando viene attivato il modello organizzativo più appropriato.
A favore del sistema di cura che collega l’ospedale al territorio, in questo momento, tra le altre, c’è anche la necessità di ridurre l’esposizione del personale e del paziente a soggetti positivi al Covid-19, scongiurando così la possibilità del contagio.