“La parte ambientalista del PD ha sventato il tentativo dell’amministrazione comunale di Brindisi di continuare la convivenza inquinante della città con petrolio, carbone, malattie e fame, bocciando il parere contrario al serbatoio di GNL nel porto di Brindisi.


Ora spero che tutto il Gruppo consiliare recuperi unità, offrendo serenità a un dibattito pubblico che ha bisogno solo di cose concrete, perché l’amministrazione pubblica non è una riunione del collettivo studentesco, convocata al sol fine di decidere chi occuperà la prima fila del corteo”.

Lo dichiara il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano
Amati.

“Il Governo nazionale, la Regione Puglia e il PD nazionale, regionale e provinciale, sostengono da sempre e con particolare vigore la transizione energetica, stufi dei ‘no’ continui alle tecnologie che disinquinano e assicurano il progresso civile ed economico.
In questo processo di avvicinamento al nuovo mondo green, su cui sono rivolti tutti gli sforzi culturali ed economici dell’Europa, dell’Italia e della Puglia, ci sono pure i serbatoi di gas naturale liquefatto, che consentono di dare una qualificazione d’importanza ai porti proprio perché in grado di utilizzare il gas come carburante di transizione e quindi abbattendo le emissioni inquinanti da petrolio e carbone.
In questo contesto, contrastando politicismi e ideologismi travestiti con tecnicismi così impropri da tracimare in strafalcioni giuridici, alcuni Consiglieri comunali del PD hanno deciso di abbandonare la seduta del Consiglio al sol fine di ottenere il rispetto del programma nazionale, regionale e provinciale del loro partito sui temi dell’ambiente e dell’energia.
E poiché in tutta questa vicenda, l’intero Gruppo consiliare del PD ha vissuto uno stato d’assedio incompatibile con un dibattito pubblico aperto, libero e di merito, sono certo che nel giro di qualche giorno sapranno recuperare amicizia e solidarietà, così da dare a Brindisi ciò che la città merita e all’amministrazione comunale un messaggio di responsabile lealtà e non di cieca fedeltà”.