La Provincia di Brindisi a guida Riccardo Rossi ha introdotto una nuova mannaia nei confronti del comparto produttivo di questo territorio. Con delibera di Consiglio Provinciale (n. 13 del 7 maggio 2021), infatti, sono state introdotte nuove regole in relazione alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti.

In sostanza, si stabilisce che tali impianti debbano essere realizzati ad una distanza non inferiore ai 3 chilometri da “siti sensibili”, tra cui figurano strutture sanitarie, edifici scolastici e case di riposo.
 
Il problema gravissimo è che ci sono già investimenti programmati che non rientrano in tali limitazioni e quindi si corre il rischio di dover bloccare tutto, con evidenti danni economici ed occupazionali. La zona industriale di Brindisi rappresenta – da questo punto di vista – un chiaro esempio di ciò che potrà accadere su tutto il territorio provinciale.
 
L’aspetto ancora più incredibile è che la delibera della Provincia prevede che possano essere applicate delle deroghe al vincolo di distanza di 3 chilometri se gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti sono pubblici. Come dire, insomma, che i rifiuti trattati dai privati sono più dannosi per l’ambiente rispetto ai rifiuti trattati da un soggetto pubblico.
 
E’ evidente che ci sono tutte le condizioni perché tale delibera venga impugnata, a tutela del mondo produttivo, ma anche per salvaguardare l’ambiente in maniera obiettiva e senza condizioni-capestro che altrove non vengono applicate.
 
In tal senso, è auspicabile un pieno coinvolgimento delle associazioni di categoria, affinché si possa agire in maniera efficace e nell’interesse delle nostre comunità.