LETTERA APERTA AL DOTT. RENÈ DE PICCIOTTO –

 

Gentile Dottore,

Mi rivolgo a lei in quanto a capo del meraviglioso progetto di Palazzo Roma in Ostuni (BR).

Sono Alessandro Nardelli, giornalista pubblicista da nove anni e redattore per due testate giornalistiche, nonché fresco di alto riconoscimento per la Letteratura e l’Impegno Sociale omaggio a Dante Alighieri, insomma, non l’ultimo degli arrivati, ma potrei essere stato un neo arrivato, il discorso non cambia. Nella giornata di ieri, ho fatto in modo di far pervenire presso l’indirizzo mail, come allegato da foto, la richiesta di accreditamento all’evento di riapertura del Palazzo Roma in Ostuni (BR), per me e per la mia collaboratrice. Inoltre ho inoltrato tale richiesta alla pagina Facebook, come da allegato.

Risultato? Sono stato ignorato, senza essere degnato di una risposta dall’amministrazione di Palazzo Roma. Inoltre, alla mia collaboratrice, in mia sostituzione, è stato negato l’accesso all’evento con la motivazione “Giovanni non mi dà l’autorizzazione”.

Sono basito e indignato per l’accaduto. Allontanare la stampa, che tra l’altro, aveva richiesto accreditamento, in evento pubblico o privato che sia, è un gesto volgare e gravemente lesivo della libertà. Quella libertà vera e propria colonna portante dell’informazione.

Gentile Dott. De Picciotto, È forse questo il concetto di cultura che volete trasmettere alla cittadinanza ostunese? Una cultura che vede cittadini di Serie A e cittadini di Serie B? Un cenacolo culturale che vede la presenza di alcuni colleghi giornalisti e l’esclusione di chi come me, aveva diritto a partecipare all’evento, o per lo meno aveva diritto ad una risposta motivata, fosse anche negativa?

Mi auguro invece che il vostro concetto di cultura non sia fondato sulla salvaguardia dello status quo e per favorire i vostri interessi commerciali. Se così fosse, Dottore, potrà acquistare palazzi antichi, cinema, teatri, anche musei forse, ma saranno dei luoghi vuoti, delle strutture in cui non potrà mai esservi il valore più prezioso, la cultura, socialmente libera fatta di estro, talento e creatività, piuttosto che di privilegi acquisiti.

Chiudo con una frase di Giorgio Gaber – Libertà è partecipazione –

Colgo l’occasione, con questa lettera, per augurarle i migliori successi per il futuro.

 

Cordiali saluti,

Dott. Alessandro Nardelli – Giornalista