Uil Brindisi.La pandemia: tutto si nasconde dietro questo tragico problema!
Vogliono convincerci che il disastro sociale ed economico in atto sia stato causato da un evento inaspettato e molto doloroso per i danni ed i lutti che continua a produrre.
Oggi si parla della svolta, si parla del necessario cambiamento. Si discute di come contribuire a realizzare il nuovo pur sapendo che il NUOVO, per il Sud, per la Puglia, per Brindisi è sempre il VECCHIO.
Rilevo da importanti esperti dell’economia che il coronavirus ha aumentato il divario tra nord e sud d’Italia: una rapida ripresa economica al nord, un calo occupazionale molto preoccupante al sud.
Mi sono chiesto, siamo alle solite: bravi ad analizzare le differenze, poco predisposti politicamente ad accettare che si sono accentuate nel periodo pandemico, ma soprattutto sono Il risultato della disastrosa gestione praticata negli anni nel Mezzogiorno, in Puglia, a Brindisi.
Come si può pensare di superare il divario con un modo di fare politica che ha sempre detto NO! prima ancora di avere approfondito progetti ed investimenti e senza consultare le forze produttive e sociali del territorio?
Si parla di creare nell’area SIN brindisina un parco di pale eoliche e pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Ma non era stato dichiarato sito altamente inquinato? Allora ho pensato: è arrivato, finalmente, il momento delle bonifiche? Ed ancora: che fine ha fatto il progetto della Grande foresta ambientale dell’assessore Borri?
Come si può discutere del nuovo se non si programmano percorsi di crescita condivisa, certezza di risorse disponibili, interessi comuni di imprenditori privati e capitale pubblico?
Una Provincia, una città priva di infrastrutture, abbandonate per anni a sé stesse, risultano oggi obsolete, prive di attenzioni ed interessi. Come ad esempio l’impianto ex Termomeccanica, l’impianto di produzione CSS ex Nubile, l’impianto di preselezione plastica, utili al completamento del ciclo dei rifiuti con notevoli risparmi e vantaggi per la cittadinanza brindisina. Questo hanno attuato in altre parti d’Italia. La filiera dei servizi è stata completata e un centro di raccolta dei rifiuti è diventato un luogo di attrazione e tempo libero (Peccioli provincia di Pisa), mentre a Brescia è stato disposto un finanziamento per l’ampliamento del termovalorizzatore.
Si continua a parlare in libertà alla ricerca di finanziamenti facili senza una programmazione di filiera in grado di completare strutture necessarie per rinforzare i collegamenti con infrastrutture strategiche come il porto. Ad ogni progetto di sviluppo si risponde subito NO! La politica del gambero ci ha ridotto in queste condizioni! Un desolante quadro di insieme, oggettivamente perdente.
Stessa situazione in altri settori altrettanto importanti come quello che riguarda la Sanità, ostaggio di appetiti elettorali sempre mal riposti. Una città ridotta in condizioni pietose dal punto di vista della pulizia e del decoro urbano dalla gestione superficiale dell’amministrazione comunale.
Con queste considerazioni la UIL di Brindisi prova a scuotere dal torpore cronico chi dovrebbe essere più vicino ai cittadini e dare loro il segnale forte e chiaro di essere rappresentati da una classe politica attenta ai loro bisogni.
Per superare il crescente divario tra nord e sud non sono sufficienti solo le cospicue risorse economiche, pure importantissime, che stanno per essere messe a disposizione. Occorre che la politica si assuma la responsabilità di utilizzarli degnamente per gli interessi della collettività che l’ha eletta. Servirebbe, perciò, la presenza di rappresentante delegato dal Governo in grado di assicurare la verifica e la validità dei progetti, la loro messa in atto e, finalmente, permettere la rinascita produttiva, economica e sociale del nostro territorio che oggi ancora non c’è.
Tutte le altre questioni sono chiacchere……………….
Antonio Licchello