“C’è da dire: finalmente si pu? riprendere in Puglia a ricostruire quel modello di rete e di integrazione socio-sanitaria alla base della riforma Fitto, il cui percorso fu interrotto con un’agguerrita quanto fallace ed ingannevole campagna elettorale fondata su slogan di riaperture di ospedali ed abolizione del ticket farmaceutico e conseguenti politiche della salute condotte dal duo Tedesco-Vendola il cui unico risultato non ha condotto né a riaperture di ospedali né ad abolizione del ticket ma semplicemente al Piano di Rientro, con conseguenti divieti di assunzione ed aumento di tassazione e di quota ticket.
“Noi di Fratelli d’Italia recupereremo quel passato, non per nostalgia ma perché un embrionario modello di reti di assistenza in Puglia si andava formando nelle idee organizzative e nelle convinzioni culturali sui nuovi modelli di sanità improntati ad affrontare le gravi emergenze del momento e i nuovi bisogni di assistenza legati all’invecchiamento della popolazione e all’incremento della prevalenza delle malattie croniche e degenerative.
“All’epoca prendevano forma non solo le cure domiciliari con l’ADP (assistenza domiciliare programmata), l’ADI (assistenza domiciliare integrata), l’ADO (Assistenza Domiciliare Oncologica) e l’OD (ospedalizzazione domiciliare) nella convinzione che il domicilio resta il luogo privilegiato di cura e di assistenza ma all’interno di una rete di servizi formata da Ospedale, centri di assistenza residenziale (RSA, RSSA, Centri di Riabilitazione extraospedalieri ex art. 26, Hospice per malati terminali, ospedali di comunità, strutture di riabilitazione psichiatrica), centri di assistenza semiresidenziale (Centri Diurni), ambulatori (distrettuali e ospedalieri).
“Reti di assistenza inseriti all’interno dei Piani di Zona gestiti a livello di ambiti distrettuali per assicurare l’integrazione sanitaria tra misure di protezione sociale di competenza dei Comuni e misure di assistenza sanitaria di competenza delle ASL.
“Ecco, noi di Fratelli d’Italia daremo un forte contributo affinché si riprenda quel percorso perché non si pensi a cure domiciliari isolate nei contesti organizzativi o, peggio, in contrapposizione con altri setting assistenziali ma a cure domiciliari che siano il fulcro di reti di assistenza capaci di assumere in carico globale e a lungo termine la persona fragile attraverso la valutazione multidisciplinare, la valorizzazione del ruolo del medico di famiglia e la creazione di percorsi e di dialogo tra strutture, servizi e professionisti.
“Presenteremo le nostre proposte nella competente Commissione Sanità chiedendo di avviare un preventivo ciclo di audizioni con gli attori interessati ad un confronto sereno, qualificato e costruttivo.”