La lotta che va avanti oramai da più di un anno e mezzo prosegue senza sosta per i lavoratori dei Centri La Nostra Famiglia che insistono sul territorio pugliese e sul tutto il territorio Nazionale. N
on c’è pace per i lavoratori stremati dall’atteggiamento di totale chiusura dell’azienda, sono molte le vertenze che con l’appoggio della Segretaria Nazionale FP Cgil sono state depositate in virtù dell’ingiustizia subita da più di 300 lavoratori in Puglia e 2500 in tutta Italia. I dipendenti come è oramai noto hanno subito un cambio unilaterale di contratto da parte dell’azienda con un aumento delle ore lavorative (2 in più settimanali), una diminuzione della retribuzione e il non riconoscimento dopo 15 anni del giusto adeguamento contrattuale. Il tutto giustificato da un “buco” di bilancio creato dall’azienda con operazioni che sono risultate poco efficaci e valide e le cui conseguenze stanno ingiustamente ricadendo sulle spalle dei lavoratori. Si è inoltre perpetrata un’azione di differenze retributive tra i lavoratori che inasprisce ulteriormente la spaccatura che si è creata tra dirigenza e dipendenti, con ripercussioni sul clima lavorativo e sulla qualità delle prestazioni erogate. Sta oltretutto avvenendo un’emorragia di operatori che con anni di esperienza e grande competenza migrano verso situazioni lavorative più motivanti, sicure e gratificanti dal punto di vista professionale e non solo.
La richiesta di tutte le sigle sindacali sedute al tavolo di trattativa è stata sempre quella di rivedere il proprio “piano industriale” dando seguito al giusto rinnovo contrattuale senza creare differenze tra lavoratori. In risposta a tale richiesta proprio negli ultimi giorni i vertici dell’azienda hanno chiesto un incontro con i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil per addivenire ad un accordo ed evitare di arrivare alla chiusura delle vertenze legali. Ma al momento del confronto si è scoperto, ahimè, che i datori di lavoro altro non volevano che perseguire nel loro intento discriminatorio tra lavoratori, cosa inammissibile, e procedere con criteri sempre legati al risparmio sulla pelle dei lavoratori dichiarando uno stato di crisi. Proposte inaccettabili e irricevibili secondo le sigle sindacali che inaspriscono ulteriormente i rapporti con gli operatori e i sindacati ledendo ulteriormente la dignità e i diritti dei lavoratori della Nostra Famiglia.
Tempi difficili all’orizzonte dopo la pausa estiva: si paventa ormai lo sciopero!