Quando parlavamo di Green New Deal siamo stati antesignani nel chiedere attenzione        sullo sviluppo della tecnologia per la produzione di idrogeno verde.

E questo non solo ai fini di una industria sostenibile e rispettosa della salute dei cittadini e dell’ambiente, ma anche e soprattutto perché riteniamo che sia la via giusta per innescare una vera e propria «rivoluzione verde» che abbia riflesso positivo su tutta una serie di settori imprimendo un nuovo slancio e determinando un effetto moltiplicatore a livello economico. Per questo, sosteniamo con forza l’idea di creare una vera e propria filiera attorno alla produzione di idrogeno verde.

 

C’è un progetto che aspetta a Bari i nullaosta necessari per arrivare a Brindisi, dovrebbe interessare un’area di quasi 300 ettari e promette di fare di Brindisi il maggiore polo europeo dell’idrogeno green e della Puglia una Green Hydrogen Valley. Pensiamo che rappresenti l’occasione giusta attorno alla quale innescare una rivoluzione non solo in termini di produzione energetica. Attorno a questa occasione, che può costituire – se colta – un vero e proprio cambio di paradigma nella produzione energetica ed industriale, dobbiamo essere pronti a cogliere tutti i benefici che una transizione di questo tipo può portare.

Occorre quindi favorire tutti quei percorsi che servano a costruire una filiera dell’idrogeno verde la cui applicazione porterebbe davvero ad uno sviluppo epocale ed un vero Green New Deal. Pensiamo non solo al settore industriale dove bisognerà essere pronti alla loro trasformazione, implementazione e all’adeguamento degli impianti a questa nuova tecnologia, ma anche a tutto ciò che a cascata si può costruire attorno per determinare uno sviluppo moderno e sostenibile.

E tra i pilastri attorno ai quali costruire un nuovo sviluppo ci sono necessariamente la ricerca e della formazione, per cui attorno a questa tecnologia pensiamo all’Università, a centri di ricerca (un nuovo polo di ricerca e produzione da fonti rinnovabili) da implementare sul territorio. Un altro fronte è quello dei trasporti e della mobilità sostenibile. E ancora quello dell’aerospazio e della motoristica navale. Occorre cogliere e sfruttare a pieno tutte le potenzialità che la produzione dell’idrogeno verde comporta in tutti i settori in modo tale da creare nuova occupazione. Un «lavoro buono» ad alto valore aggiunto e che abbia una prospettiva a lunga durata. 

Non serve un veggente per visualizzare l’enorme potenzialità di un simile sistema, dalla sua creazione fino alla messa a regime. Per imbastire una simile, mastodontica, opera di rinnovamento servono risorse e che Brindisi non resti ancora esclusa –insistiamo –  dai benefici del Just Transition Fund. Dobbiamo batterci come territorio per avere la giusta attenzione e quei finanziamenti che possono e devono ridare slancio a nuove iniziative. 

Nei giorni scorsi Edison e Snam hanno firmato un Memorandum of Understanding (MoU) insieme con Saipem e Alboran Hydrogen (che già avevano sottoscritto un accordo di collaborazione lo scorso gennaio) per lo sviluppo congiunto del progetto Puglia Green Hydrogen Valley, una delle prime iniziative per la produzione e il trasporto di idrogeno verde su larga scala in Italia.

Il progetto ha l’obiettivo di contribuire ad accelerare la diffusione dell’idrogeno verde, uno dei principali protagonisti della strategia di decarbonizzazione europea, nel mix energetico nazionale in modo da raggiungere i target italiani ed europei al 2050 di neutralità climatica.

Siamo in una fase importante e diverse realtà lo hanno già intuito. L’intero progetto Puglia Green Hydrogen Valley consentirà di valorizzare e coinvolgere importanti realtà regionali, tra cui l’Acquedotto Pugliese, le Ferrovie Appulo Lucane, i Distretti tecnologici e produttivi pugliesi, il Politecnico di Bari, l’Università di Bari, di Foggia e del Salento. Inoltre, si prevedono investimenti in ricerca e sviluppo che favorirebbero la nascita e lo sviluppo di competenze e di una filiera produttiva in Puglia dedicata all’industria dell’idrogeno.

E’ ora anche per Brindisi di agganciare il treno del nuovo sviluppo che passa per non restare indietro, ma per andare avanti. Costruiamo una «filiera» attorno all’idrogeno per creare una nuova «rivoluzione industriale» che sia moderna e sostenibile e che crei quel «lavoro buono» di cui tanto ha bisogno il territorio ora e che dia prospettive anche ai nostri giovani.

 

Antonio Macchia

Segretario Generale