PSR, Sottomisura 5.2. Casili (M5S): “Necessarie modifiche per non vanificare il potenziale della Misura, di centrale importanza per il ripristino del potenziale agricolo danneggiato da calamità”
“Gli interventi previsti nell’ambito della Sottomisura 5.2 del PSR ‘Sostegno ripristino terreni e potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali’, sono di centrale importanza per il ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato e necessitano di una vera e propria alleanza fattiva tra amministrazione pubblica e beneficiari dei finanziamenti, al fine di recuperare anche il patrimonio paesaggistico che è un bene della collettività.
Nell’applicazione della pratica i beneficiari stanno riscontrando difficoltà che rischiano di vanificare il potenziale della misura, per questo ritengo necessario un intervento della Regione”. Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili che ha presentato un’interrogazione sulle problematiche relative all’attuazione della Sottomisura 5.2 indirizzata all’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia.
In particolare, la Determina dell’Autorità di Gestione (DAG) n. 76/2020 ha introdotto la disciplina delle varianti, prevedendo una presentazione della richiesta di approvazione delle stesse nel termine di sei mesi antecedenti la data di chiusura dei lavori; successivamente, la DAG n. 147/2021 ha prorogato i termini generali per l’ultimazione dei lavori al 30.11.2021, specificando le modalità operative e mantenendo invariato il termine per la presentazioni delle varianti, ovvero i 6 mesi precedenti la scadenza.
“Nell’applicazione pratica – spiega Casili – i beneficiari stanno riscontrando difficoltà oggettive ed operative nell’estirpazione delle piante di olivo compromesse, principalmente a causa dello scarso numero di ditte in grado di procedere con le operazioni di taglio ed estirpazione. Circostanza che, aggravata dal perdurante periodo di assenza di precipitazioni piovose, ha determinato un forte ritardo nelle operazioni agronomiche di preparazione dei terreni. A questo si aggiungono gli inevitabili imprevisti in fase di cantiere, come ad esempio i banchi di roccia affioranti o la presenza di falde superficiali, che hanno reso più complesso il regolare svolgimento delle operazioni, spingendo le imprese a chiedere varianti in corso d’opera. Richieste che purtroppo vengono approvate con ritardo dagli uffici preposti, certamente a causa dell’elevato numero delle istanze pervenute. Ritardi ulteriormente aggravati dai complessi adempimenti previsti dalle norme in materia paesaggistica, ambientale, di difesa del suolo e più in generale dalla vincolistica insistente sui fondi. Si pensi ai vincoli idrogeologici, per i quali sono stati formulati numerosi quesiti all’Autorità di Bacino che ha emesso pareri, tuttavia non ancora disponibili e accessibili, perché non pubblicati. Infine, sono state riscontrate difficoltà nel reperimento del materiale di propagazione necessario per l’esecuzione delle operazioni di messa a dimora”
Nell’interrogazione si chiede di sapere se sia possibile la concessione di una proroga della scadenza del 30.11.2021 per la fine dei lavori, coerentemente con i principi di buona prassi agronomica e se si possa prevedere l’eliminazione o la rivisitazione del vincolo dei 6 mesi per la presentazioni delle varianti. Tra le richieste c’è anche quella di contemplare una casistica sugli adattamenti tecnici esentabili dalla preventiva autorizzazione, al fine di snellire a diminuire la mole delle istanze di variante e quella di far sì che avvenga la immediata pubblicazione dei pareri dell’Autorità di Bacino riguardanti le problematiche poste dal comitato tecnico regionale in fatto di vincoli idrogeologici, nell’auspicio che siano esaustivi rispetto ai numerosi casi emersi.