M5S presenta la proposta di legge per l’istituzione in Puglia dell’infermiere di famiglia e di comunità. Galante (M5S): “figura centrale nel potenziamento della sanità territoriale”
I consiglieri del M5S Marco Galante, Grazia Di Bari, Cristian Casili e Rosa Barone hanno depositato una proposta di legge per istituire in Puglia la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità.
Potenziare e migliorare la continuità assistenziale domiciliare a livello territoriale e gestire in modo integrato le condizioni di cronicità, fragilità e non autosufficienza, in collaborazione con i medici di medicina generale e gli altri professionisti; gestire in maniera appropriata gli strumenti di tele assistenza; promuovere sani stili di vita; riconoscere precocemente gli stati di fragilità prima che insorgano stati irreversibili di disabilità; diminuire gli accessi al Pronto Soccorso, le degenze ospedaliere, nonché le riammissioni, garantendo assistenza ai malati cronici o in fase acuta, che non richiedono cure intensive o praticabili esclusivamente in ospedale e per i quali sono possibili cure praticabili presso il proprio domicilio. Questi gli obiettivi della proposta di legge.
“L’infermieristica di famiglia e di comunità – dichiara Galante – all’estero risulta già integrata nel sistema di cure primarie, ad esempio in Canada, Australia, Stati Uniti, mentre in Italia negli anni sono state diverse le sperimentazioni e i modelli introdotti in alcune regioni come ad esempio in Regione Toscana. In queste regioni si sono ottenuti risultati importanti sia per quello che riguarda la diminuzione della spesa sanitaria grazie alla riduzione del 20% dei ‘codici bianchi’ al Pronto Soccorso e del 10% delle ospedalizzazioni, sia per quello che riguarda il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Per questo sin dalla scorsa legislatura stiamo chiedendo di istituire questa figura, per cui abbiamo avviato anche un tavolo ad hoc con l’assessore Lopalco, definendone in maniera omogenea su tutto il territorio gli ambiti di intervento e l’inquadramento professionale, che allo stato attuale sono lasciati alla discrezionalità delle singole Asl. Grazie al ‘Patto della salute’ e al ‘Decreto Rilancio’ possiamo iniziare a lavorare per superare modello di sanità vigente e rispondere ai bisogni della popolazione fragile. Non è più possibile rimandare, considerando anche che, con fondi della Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è prevista in puglia la nascita di 31 ospedali di comunità, per la cui gestione è centrale l’infermiere di famiglia o comunità”
L’infermiere di famiglia ha l’obiettivo di promuovere l’empowerment della persona assistita, della sua famiglia e della comunità con interventi di Health Coaching, monitorando i bisogni sociali e sanitari, pianificando e gestendo interventi assistenziali a domicilio o ambulatoriali in risposta ai problemi prioritari di salute evidenziati, coordinandosi con i medici di base e pediatri di libera scelta, con il distretto e con i dipartimenti territoriali. La proposta di legge stabilisce che la Regione, nell’ambito della nuova configurazione dei servizi territoriali, adotti il Piano di assistenza territoriale, costituendo servizi e gestione infermieristica nei distretti delle Asl con il potenziamento della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità. È prevista la redazione di Linee Guida in modo da indirizzare il percorso per inserire le attività di infermieristica di Famiglia e di Comunità all’interno della nuova configurazione dei servizi territoriali, nonché l’avvio di uno specifico progetto pilota di sperimentazione
“Il covid – conclude Galante – ha messo ancora più in evidenza la necessità di potenziare la sanità territoriale e grazie al PNRR abbiamo le risorse per farlo. Parallelamente alla discussione della proposta di legge vogliamo avviare assieme agli assessori Leo e Lopalco un percorso per la formazione universitaria di questa figura, che avrà un ruolo sempre più centrale. L’ obiettivo è rendere davvero più efficiente il nostro sistema sanitario, mettendo al primo posto l’assistenza alle persone più fragili, aiutando così concretamente anche le loro famiglie”.