Alcune evoluzioni osservate nel settore commerciale aeronautico nazionale, per ultimo in relazione al varo della nuova compagnia di bandiera Ita Airways (Italia Trasporto Aereo S.p.A.) nata dalle ceneri di Alitalia, testimonia plasticamente l’assenza di concrete politiche industriali in Italia. 

La stessa Ita Airways, infatti, di proprietà del ministero dell’Economia e delle Finanze, proprio in un momento di rinascita economica che dovrebbe coinvolgere nella sua interezza il Paese, risulta aver contratto accordi per acquisto di aeromobili con il “partner strategico Airbus, società costruttrice multinazionale europea, di aeromobili con sede in Francia, i cui interessi commerciali non crediamo coincidano con quelli italiani.

 Notizie di stampa riportano l’avvenuta sottoscrizione di un Memorandum tra Ita Airways ed Airbus per l’acquisto di 28 aeromobili, per l’importo di circa 1,5 miliardi di euro; a questo si somma un accordo intervenuto con la società Air Lease Corporation per la fornitura in leasing di altri 31 velivoli di nuova generazione, con la previsione di acquistare sempre in leasing, nell’arco del proprio piano industriale, complessivamente ben 56 aerei Airbus. 

Tutto ciò accade nonostante l’importante presenza di analoghe aziende di eccellenza e leader europee del settore, presenti in Puglia, come la Leonardo a Grottaglie e il Gruppo Dema a Brindisi, le stesse vertenze in cui da tempo, come Cisl e Fim Cisl, denunciamo la crisi produttiva ed occupazionale che coinvolge anche i rispettivi sistemi appalto e indotto.

E’ a dir poco strano, dunque, che le istituzioni, quelle nazionali e non solo, risultino disattente a quanto accade; soprattutto alle conseguenze dei suddetti accordi sottoscritti con la francese Airbus ed alle ricadute al momento imprevedibili  dei mancati accordi di offset, ovvero compensazioni addizionali non necessariamente economiche a favore delle aziende aeronautiche italiane. 

La Cisl Taranto Brindisi condivide e fa propria la denuncia sociale che, in questi giorni sta montando da più parti, a sostegno degli interessi in particolar modo del Mezzogiorno che è target predominante della quantità di risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione Europea, affinché ne siano rimosse le profonde fragilità infrastrutturali materiali e immateriali.

Un percorso, quest’ultimo, che non sarebbe di per sé sufficiente senza che siano pianificate e concertate contestuali  politiche industriali per il rilancio dei nostri sistemi produttivi che, tanto la pandemia con la crisi economica che ne è seguita, quanto il procedere delle transizioni digitale, energetica ed ecologica, stanno mettendo a dura prova.

Sistemi produttivi che permangono in profonda crisi, con l’aggiunta di potenziali risvolti peggiorativi se si considerano altri fattori, che rischiano di mettere in discussione gli attuali equilibri geopolitici, in particolar modo nelle aeree del Mediterraneo.

Ci riferiamo agli approvvigionamenti del gas e delle materie prime, che già stanno determinando conseguenze pesanti sui livelli produttivi e occupazionali in settori-cardine come il manifatturiero e l’automotive

Riteniamo che qualsiasi operazione commerciale realizzata da società partecipate dallo Stato debba, obbligatoriamente, esercitare responsabilità sociale d’impresa, capace di implementare l’economia e l’occupazione nei territori.

Illuminanti le parole dell’arcivescovo Filippo Santoro, pronunciate in sede di presentazione della imminente 49^ settimana  Sociale dei Cattolici Italiani che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre: “Il profitto fine a se stesso, lo sfruttamento legato all’assenza del lavoro, chiedono risposte da ognuno di noi e che vadano nella direzione di quella ecologia integrale che non può essere solo uno slogan.”

Pensiamo anche noi, insomma, che il lavoro debba essere considerato realisticamente un’emergenza sociale dei nostri territori e del Sud più in generale, al pari di quella ambientale, due facce della stessa medaglia, meritevoli di maggiore attenzione istituzionale e politica a tutti i livelli.

 

                                                                                             Gianfranco Solazzo