Ricarda Guantario ad “ArtePadova” nello stand “Art International”, con due opere ispirate alla pandemia
Ci sono anche le opere dell’artista pugliese Ricarda Guantario tra quelle esposte alla 31^ ArtePadova, mostra – mercato d’arte moderna, dal 12 al 15 novembre 2021, nella “Main Section” Padiglione 7, stand 108 – Casa d’Aste International Art con sede a Bologna nel Palazzo Fantuzzi (https://www.artepadova.com).
Un’antologia di opere di artisti storicizzati da Sergio Romiti, Ennio Calabria, Vasco Bendini ed altri. L’evento fieristico conta la presenza delle più importanti gallerie italiane, 300 espositori provenienti da 12 regioni e anche da Londra, con più di 15mila opere.
Ricarda Guantario, (nata ad Andria, in Puglia), maestra in arti applicate e designer, ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte e il Conservatorio di Musica. Negli anni il suo stile è stato in continua evoluzione, dalle prime opere realizzate in tarsia in legno colorato degli anni ‘90 e poi in stile post impressionista, successivamente in figurativo contemporaneo nella figura femminile per giungere attualmente all’informale e concettuale. Ha esposto nelle sedi più prestigiose in Italia e all’estero, Parigi, Zurigo, Barcellona, Roma, Milano, Venezia, Parma, Genova, è presente nelle banche dati ed indici di quotazioni d’arte mondiali (Artprice, Arcadja), ha ricevuto riconoscimenti dalla critica e dal pubblico e le sue opere sono esposte in edifici pubblici e in collezioni private (https://www.gigarte.com/ricardaguantario/biografia).
Le opere d’arte contemporanea di Riccarda Guantario “We’ll make it, Covid 19” (80×100 cm) e “Fase tre” (90×100 cm), acrilico e assemblaggio su juta, sono state selezionate dal direttore artistico della Art International Roberto Dudine. “Le due opere – racconta Riccarda Guantario – realizzate durante il periodo di lockdown su un sacco di caffè, rappresentano un momento storico globale condiviso dalle moltitudini di nazioni e uomini che, pur essendo costretti ad essere distanti fisicamente, sono stati uniti nella sfida e nella speranza. Nella prima opera, ho voluto rappresentare la terra con al centro una chiave spirituale “ready made”, come simbolo di ripresa. Nella seconda, la chiave non c’è più perché ha lasciato il posto ai colori più vivi e gioiosi della riapertura”.