Dal quadro economico si evince in maniera palese come, ancora una volta, il territorio brindisino risulti la vera cenerentola in tema di progettualità finanziate e qualità degli interventi messi in campo. 8.659 milioni di euro quelli previsti per l’area industriale di Brindisi, circa la metà rispetto all’area industriale di Lecce – Surbo con 16,283 milioni di euro, appena ¼ rispetto a quella di Manfredonia con 41 milioni di euro e 1/7 per la ZES ionica di Taranto con 58,659 milioni euro. 

Numeri e progetti che rischiano di segnare ancor di più il divario tra le aree industriali/portuali della regione in una fase dell’economia dell’Italia dove ogni passo falso e le mancate opportunità determineranno danni irreversibili per il futuro della nostra realtà. 

Una situazione frutto del mancato coinvolgimento del territorio nelle fasi di progettazione che si protrae da ormai diversi anni senza che la classe politica locale, regionale e nazionale si assuma le responsabilità nei confronti del tessuto economico–imprenditoriale e degli stessi cittadini in termini di mancate opportunità occupazionali. 

La Uil di Brindisi, ancora una volta, richiama l’attenzione sulle criticità del territorio in  un contesto sociale già molto compromesso in termini di occasioni perdute, che appare sempre più desolante in assenza di informazione e coinvolgimento e lancia l’allarme sui rischi che tale atteggiamento può comportare anche alla luce dell’avvio del PNRR, sia per i tempi di attuazione, quanto per la qualità degli interventi da mettere in atto, ma soprattutto per la carenza di idee di sviluppo che si conferma ancora più penalizzato.

Antonio Licchello