Un cast d’eccezione per una rivalsa tutta al femminile. Anche questo è «Figlie di Eva», lo spettacolo in scena venerdì 10 dicembre alle ore 20.30 al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi.
La regia dello spettacolo è di Massimiliano Vado, mentre le protagoniste sono tre volti noti del cinema e della tv italiana: Maria Grazia Cucinotta, Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi, anche coautrice del testo con Vincenzo Alfieri e Grazia Giardiello. Lo spettacolo sostituisce «Manola» con Nancy Brilli a causa della sopraggiunta indisponibilità per altri impegni professionali dell’interprete romana.
Il biglietto costa solo 10 euro grazie alla promozione #Blackdays, disponibile online alla pagina urly.it/3gmzy e in botteghino, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13 e dalle 16.30 alle 18.30. Il giorno dello spettacolo, dalle ore 11 alle 13 e a partire dalle 19. In base al decreto legge n. 172 del 26 novembre 2021, l’accesso agli spettacoli dal 6 dicembre al 15 gennaio sarà consentito solo ai soggetti muniti di Green Pass rafforzato, rilasciato ai vaccinati e ai guariti dal Covid-19.
«Figlie di Eva» richiama un famoso romanzo della scrittrice turca Elif Shafak: è la storia di tre donne sull’orlo di una crisi di nervi che sanno tirare fuori le unghie al momento giusto: Elvira, Vicky e Antonia – le cui iniziali, non a caso, compongono l’acronimo del nome Eva – sono legate a vario titolo allo stesso uomo, un egoista e ingrato, un politico spregiudicato, corrotto e doppiogiochista, candidato premier alle elezioni. Elvira è la sua assistente perfetta, Vicky la moglie e Antonia la ricercatrice universitaria che aiuta il figlio del politico a laurearsi. L’uomo, dopo averle usate per raggiungere i suoi scopi, le scarica senza grandi complimenti. Le tre protagoniste, dopo un tentativo di vendetta personale che nessuna di loro riesce a portare a termine, pur detestandosi dichiaratamente, decidono di coalizzarsi per servire la vendetta.
Ingaggiano un giovane e sprovveduto attore squattrinato, Luca, interpretato da Marco Zingaro, e usano tutti i loro trucchi per trasformarlo nell’antagonista perfetto: lo istruiscono, lo sistemano e lo preparano, fino a fare di lui un avversario così forte da riuscire a battere il cinico candidato premier proprio sul terreno in cui si sente più forte, la politica. La pièce racconta con leggerezza e vivacità comica una vicenda che parla di solidarietà femminile e fa riflettere sulla condizione della donna, in una “battaglia fra sessi” ancora attuale e che vede oggi la donna costretta a un passo indietro di troppo nei confronti di una figura maschile che talvolta sa risultare autoritaria, dispotica e prevaricante. Ma la rappresentazione è anche una pungente satira sull’attuale arrivismo politico e una caricatura delle figure spesso meschine e carrieriste che popolano la scena istituzionale.
«Nella commedia si intrecciano diverse storie – spiega il regista Massimiliano Vado – la storia di un uomo potente che inganna tre donne; la storia delle tre donne che trovano il modo di vendicarsi; la storia di un ragazzo che incontra tre fate-madrine che lo aiutano a realizzare i suoi sogni: protagonisti che si scontrano e si coalizzano su un terreno comune, quello della politica». La frase chiave della commedia? «Si dice che dietro a ogni grande uomo ci sia una grande donna ma in realtà dietro a un grande uomo spesso non c’è nessuno, specialmente quando le donne hanno il coraggio di non restare dietro a lui ma di mettersi davanti a tutti».
Le tre figlie di Eva mettono in atto la rivendicazione con un’arguzia tutta femminile che non perdona. La pièce non nasconde accenti goldoniani e fa emergere scaltrezza, opportunismo e quei caratteri che, talvolta sfacciatamente, attraversano il nostro quotidiano. Uno spaccato della società contemporanea che vede il primato della “brutta politica” a danno del sentimento e della qualità (e autenticità) dei rapporti. Protagonista è il “femminile” che non si nasconde dietro un uomo di potere ma scende in campo direttamente liberando tutte le risorse e le reali potenzialità che popolano l’universo delle donne. È questo il messaggio che si staglia al centro della scena, mentre vorticano attorno i classici cliché di una società nella quale il modello maschile difende con ogni mezzo il fortino di genere. Anche il cinema si è occupato in passato della questione: torna in mente “Scusate se esisto”, film del 2014 con Paola Cortellesi e Raoul Bova, nel quale una professionista fatica a ottenere un posto di lavoro all’altezza della sua qualifica e per garantire un progetto decide di farsi passare per uomo. «Figlie di Eva» è una commedia forte e coraggiosa, irriverente e dissacrante, i cui personaggi comici, esagerati, macchiettistici, tra una risata e l’altra, consegnano al pubblico una riflessione importante. Se dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, una grande donna non ha bisogno di nessuno. È capace da sé, o con la complicità di altre donne, di generare una rivoluzione di sane risorse per rimontare e vincere in volata.