La fine dell’anno resta sempre occasione di verifica di ciò che si è fatto e di auspicio per ciò che si prospetta sull’orizzonte più vicino e, di certo, potremmo prendere un primo spunto da quanto resta nella continuità: la presenza del Covid-19 e sue varianti.
Nella prima ondata la speranza era che non si arrivasse alla seconda ma il seguito lo conosciamo.
Ebbene, l’auspicio che tale dramma possa lasciarci quanto prima accomuna tutti, per quanto la rigidità dei circa 6 milioni di cittadini che del vaccino continuano ad aver timore, paura od altro, non costituisce deterrente utile a fermare l’ennesima variante.
Omicron, infatti, appare più incisiva e più contagiosa, soprattutto approfittando degli usi e costumi di non pochi giovani che hanno già patito pesanti restrizioni; le stesse che, certamente, hanno psicologicamente colpito non pochi ragazze e ragazzi.
Ultimi dati disponibili dicono di oltre 130mila giovani in più presi in carico dai SerD!
Più in generale, per il Paese questo è il momento di agire ed approfittare di un momento storico forse irripetibile, grazie alla recuperata credibilità ad opera del premier Mario Draghi e di una visibilità europea che era appannata da tempo.
Le risorse finanziarie europee messe a disposizione per oltre 200 MD del PNRR ed i 52 obiettivi previsti da conseguire ed effettivamente conseguiti entro il 31 dicembre 2021, costituiscono opportunità di ripartenza sociale ed economica dell’Italia.
A noi tocca fare la nostra parte sul territorio, iniziando a concentrare l’attenzione su quelle realtà settoriali che risultano essere essenziali per una stabile ripresa dell’economia, la sanità innanzitutto.
La pandemia ha dimostrato che, incrociandone le fragilità dell’offerta, ha reso vulnerabile anche l’economia, nonostante nel 2021 si sia registrato un rimbalzo nei livelli di crescita che non si osservavano da anni .
Ma, ancora una volta, il Covid rischia di fermare questa ripresa.
Va allora ridisegnato il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nel Paese e nel nostro territorio seguendo le linee guida che il PNRR ha dettato e per cui sono stati assegnati alla Regione Puglia 630ML prima e aggiunti 20 Ml successivamente, di cui circa 57 Ml necessari alla ASL di Taranto e 70 Ml circa alla ASL di Brindisi.
A tali risorse oggi devono accompagnarsi progetti chiari, realizzabili, frutto di confronto, di corresponsabilità sociale ed è positivo che la Regione Puglia abbia portato a buon fine la selezione dei 70 esperti a supporto dei propri uffici, i quali dovranno dare seguito ai progetti previsti per il PNRR Puglia.
La Cisl a tutti i livelli continua nello studio e nell’approfondimento del PNRR; in particolare, la Cisl Puglia procede anche negli incontri con tutti gli Assessori, avanzando riflessioni e proposte in merito alle 6 Missioni, mentre lo scorso 23 dicembre è stato sottoscritto il protocollo nazionale per la partecipazione ed il coinvolgimento degli enti territoriali e delle rappresentanze sociali.
Avviare, pertanto, confronti anche territoriali rappresenta esigenza ed opportunità, utili a realizzare un’azione partecipata e corresponsabile per lo sviluppo, il welfare e l’occupazione.
Inoltre, sul versante socio sanitario, anche il V Piano Regionale delle Politiche Sociali 2022/2024, che sarà oggetto del confronto tra sindacati e Regione, costituirà occasione per rivendicare un deciso cambio di passo rispetto ad oggi, avendo come obiettivo il recupero della reale appropriatezza anche di tali servizi.
Le vertenze madri che da tempo gravano sul territorio Taranto Brindisi, da Acciaierie d’Italia e Ilva in AS, al Polo energetico per la definitiva sostenibilità ambientale, produttiva e occupazionale, devono nel 2022 tradursi in opportunità di sviluppo e non già in ulteriore occasione per mettere in crisi lavoro e lavoratori.
Quella dello stabilimento siderurgico, per il quale si è almeno preso coscienza che la destinazione è la decarbonizzazione totale e l’idrogeno, va conclusa con un accordo tra Azienda, Governo e Parti sociali, mettendo fine all’incertezza ed a quella sorta di agonia inaccettabile che caratterizza la fase attuale.
E quanto sta avvenendo sul versante dei costi energetici, bollette luce e gas, che penalizzano di fatto sistemi produttivi e famiglie, dovrebbe far riflettere istituzioni ed impresa in merito ai processi di produzione del gas a Brindisi che hanno visto dimezzare il progetto iniziale dell’Enel.
Non minore è l’attenzione che va posta al settore Aeronautico ed Aerostrutture di Grottaglie, dove con la Leonardo S.p.A., eccellenza del Made in Italy, va trovata la giusta alternativa ad una crisi che non può scaricarsi sulla forza lavoro.
Né va mai dimenticato che in queste realtà produttive sono anche coinvolti migliaia di lavoratori e lavoratrici dell’indotto e dell’appalto.
Le due realtà portuali, di Taranto e di Brindisi, alle quali sono state assegnate importanti risorse, tra PNRR e Fondo complementare nazionale, per investimenti in infrastrutture ed intermodalità, rappresentano anch’esse occasione imperdibile per rendere maggiormente attrattivi tutti i restanti sistemi produttivi vocazionali del territorio.
Anche per questo auspichiamo che con le nomine (in attesa solo del via libera della Corte dei Conti) appena effettuate, dei due Commissari delle ZES interregionali – la ionica e l’adriatica – ai quali rivolgiamo gli auguri di buon lavoro, le stesse possano diventare, senza perdere ulteriore tempo, volano di sviluppo e di crescita per i sistemi produttivi del territorio.
L’investimento della Ferretti S.p.A. a Taranto, potrà costituire grande opportunità per almeno 200 lavoratori diretti e per l’appalto che ne può derivare, analogamente agli altri interventi previsti a Brindisi da A2A, Eni Versalis, Jindal, Edison Deposito Gnl, Sanofi, Enel, Falck.
Così come risultano essere importanti occasioni di sviluppo, anche per le filiere produttive collegate, i due centri per l’idrogeno previsti da Edison, su Taranto e Brindisi (oltre a Cerignola) a seguito dell’accordo siglato con Snam, Saipem e Alboran.
E risulterebbe ingiustificabile far cadere nel dimenticatoio il Tecnopolo del Mediterraneo previsto a Taranto, istituito con la legge di bilancio del 2019 e finanziato con 9 milioni di euro, che sarebbe un importante motore di sviluppo tecnologico legato alla ricerca ed alla transizione ecologica ed energetica.
Tutti questi progetti devono tradursi, quanto prima, in occupazione aggiuntiva.
Come Cisl, quotidianamente, con le nostre Federazioni di categoria, presidiamo tutti i tavoli delle vertenze territoriali ed è quanto continueremo a fare nel 2022.
La Cisl ha dato vita, lo scorso 18 dicembre, a Roma, a una manifestazione nazionale responsabile e costruttiva con l’obiettivo di valorizzare e migliorare i risultati raggiunti, soprattutto per la volontà della Cisl di non abbandonare mai il tavolo del confronto, con la Legge di bilancio 2022.
La nostra scelta resta sempre quella del confronto responsabile, della partecipazione e della coesione.
Le analisi operate e la progettualità scandita dall’attuale stagione congressuale della Cisl Taranto Brindisi, che dopo i 14 congressi di Federazione già celebrati vedrà quello territoriale tenersi nei giorni 17 e 18 febbraio prossimi, hanno alimentato ulteriormente la consapevolezza del Gruppo dirigente di una responsabilità sempre crescente sul versante della rappresentanza e della tutela dei nostri associati e, con il Sistema Servizi, di tutti i cittadini, lavoratori, pensionati, giovani.
I giovani, certo: va risolto alla radice il problema ancora evidente della loro emigrazione offrendo risposte di formazione e di acquisizione di nuove competenze professionali; ed altrettanto, va scongiurato il persistente spopolamento dei residenti.
La politica e le istituzioni locali si aprano, dunque, ad un Patto sociale che a partire dal 2022 restituisca a Taranto e Brindisi la definitiva possibilità di affermarsi sulla ribalta nazionale e non solo, recuperando una più affinata capacità contrattuale con il governo pugliese e centrale e, con essa, l’immagine di due bellissime realtà del Mezzogiorno dove sarà bello vivere ed operare investimenti aggiuntivi grazie a capitali finanziari pubblici e privati.
Confidiamo che, nel 2022, tutto ciò possa costituire molto più di un legittimo auspicio!