BRINDISI.no tap snam sulla situazione energetica e non solo
Il Movimento NO Tap/Snam della Provincia di Brindisi è fortemente preoccupato della clamorosa inversione di tendenza che sta per essere realizzata dalla Unione Europea che si appresta a considerare energie verdi il Nucleare ed il Gas.
La delusione della Cop 26 di Glasgow completa il quadro ;il nostro Movimento era presente a Glagow durante i lavori del Controvertice che ha messo a nudo i pesanti limiti della stessa Cop 26.
Brindisi viene pesantemente penalizzata da questo cambio di rotta della Unione Europea rimettendo in corsa , dopo averla cancellata , la possibilità della riconversione a gas di Cerano sponsorizzata dal Governo Draghi….e non solo.
Ma le cose, nel corso del 2021, sono precipitate ambientalmente sempre più:
– Il Ministro Cingolani bocciava le auto elettriche, contro ogni politica delle industrie automotive europee, e puntando invece sull’idrogeno, senza infrastrutture esistenti in Italia, con progetti più convenienti di idrogeno blu. Poi diventati verdi dopo i veti della UE, con progetto a Brindisi presentato da Edison, Snam, Saipem e Alboran Hydrogen. Ma il Salento non ha acqua e non esistono ancora impianti che usano acqua del mare desalinizzata.
– Intanto il prezzo del gas andava alle stelle (dai 25 centesimo al metro cubo in due anni è passato a un picco di 1.80 euro) con conseguenze analoghe, anzi peggiori, per le nostre bollette elettriche.
– La Commissione Energia ITRE della Commissione Europea approvava oltre 30 nuovi Progetti di gasdotti d’Interesse Comune, dopo che il Consiglio d’Europa aveva deciso il 20 dicembre 2020 che la 5. PCI List sarebbe stata l’ultima con i finanziamenti ai gasdotti. Bocciato il raddoppio del gasdotto TAP, troviamo invece il Poseidon e Melita (gadotto Gela – Malta, per le cui inchieste è stata assassinata la giornalista Daphne Caruana Galizia) come progetti prioritari in Italia, e conseguentemente, il megagasdotto Matagiola (Brindisi) – Massafra e Poseidon.
– “La corsa delle centrali a gas: ecco apparire i 48 progetti in Italia” per il capacity market, intitolava il Sole24ore il 9 dicembre scorso.
Così vecchie centrali a carbone, centrali dismesse a olio e rigassificatori dimenticati, invece che essere smantellate e bonificate le fanno risorgere dalle ceneri come centrali a gas a ciclo aperto.
Centrali poco efficienti ma istantanee nell’avviamento e più inquinanti, incentivate a caro prezzo per accendersi nell’istante in cui il vento smette di soffiare o il sole viene nascosto da una nuvola.
Il nuovo piano Include tre centrali per Brindisi: EniPower, A2A Brindisi Nord e ENEL Cerano: ma l’autorizzazione per A2A è stata bocciata e per Cerano dovrebbe essere approvata entro febbraio 2022e l’impianto pronto per fine 2024, quando la VIA ENEL parla del 2025…
Cosa aspettarsi nel 2022 ? I soldi del PnRR?
– I prezzi di gas avranno da gennaio 2022 un aumento ulteriore del 41.8% e dell’energia del 55%.
– Entro il 12 gennaio il Governo dovrà schierarsi per l’inclusione di nucleare e gas nella tassonomia green europea: o con la Germania contro il nucleare, visti anche i due referendum contro il nucleare, o con la Francia, che vende impianti nucleari e con cui abbiamo firmato un pomposo piano di collaborazione economico un mese fa.
– Entro fine gennaio il Parlamento Europeo dovrà approvare in blocco la 5. PCI List coi nuovi gasdotti, tra cui Poseidon, un progetto del 2007, con VIA approvata nel 2013 e autorizzazione scaduta nel 2021, come denunciato dalla nostra Campagna al Gas Forum del 24 aprile 2021, e prontamente rinnovata a giugno 2021 dal Governo Draghi come inizio e fine lavori di altri 4 anni. La realizzazione del megagasdotto con approdo a Otranto, ma senza nessuna interconnessione con la Rete SNAM giustificherebbe poi la costruzione del megagasdotto Matagiola – Massafra (PCI project) e del completamento della Rete Adriatica SNAM da Sulmona a Minerbio (PCI project). Malgrado l’aumento assurdo del prezzo del gas.
– Entro il 22 febbraio Terna dovrà approvare l’asta sul capacity market per le 48 nuove centrali a gas da approvare per “bilanciare col gas” la produzione di energia da rinnovabili, malgrado l’aumento assurdo dei prezzi del gas. E le Valutazioni di Impatto Ambientali per esempio della centrale ENEL di Brindisi, e altre dovranno essere approvate entro tale data per partecipare all’asta….
– Pitesai e trivelle: Cingolani ha già espresso la sua politica: estrarre più gas dai giacimenti e trivelle italiane, tra cui diverse trivelle attive al largo di Brindisi: tra cui i permessi dell’austrialiana Global Petroleum e dell’inglese Northern Petroleum Ltd , dopo che il suo predecessore Costa le aveva bloccate per due anni.come se questo gas fosse italiano e a prezzi diversi da quelli di mercato, arrivato a prezzi assurdi.
– Brindisi è stata esclusa nel PnRR dal corridoio ferroviario TEN-T, che si ferma a Bari per deviare poi verso Taranto.
– A Brindisi passerà il progetto della cosiddetta “colmata” voluta dall’Autorità di Bacino di Patron Griffi, già indagato ed esonerato dall’ufficio per abusi di ufficio: il progetto prevede di creare una vasca di cemento all’estuario di Fiume Grande, con due canalette laterali per il deflusso delle acque e la vasca centrale dove confluire il materiale di dragaggio inquinato dei porti di Puglia… una discarica marina a cielo aperto all’estuario di un fiume….
– E’ stato approvato in Regione un impianto di produzione biogas da rifiuti compostabili urbani da 100.000 tonnellate per una società provata: invece che farci compost a basso prezzo per salvare l’agricoltura brindisina che è in territorio a rischio desertificazione (meno dell’1% di sostanza organica nei terreni), una società privata userà il compost differenziato da noi brindisini per produrre biogas e immetterlo in rete, lasciando un residuo senza valore commerciale, come è già successo con l’impianto di compostaggio di Erchie a nome della veronese Heracle.
– Intanto, per decreto regionale, si abbattono illegittimamente ulivi secolari in zona infetta nella Piana degli Ulivi Secolari di Ostuni e Fasano “per alleviare la pressione della Xylella” sulla zona indenne barese e non sono previsti fondi invece per le numerose sperimentazioni per salvare gli ulivi, favorendo così la “rigenerazione agricola” del brindisino con colture superintensive di Favolosa e Leccino, distruggendo la nostra identità, storia e il nostro paesaggio.
– Intanto sono fermi al Ministero progetti per oltre 3000 pale eoliche tra Mesagne, San Pancrazio, Erchie, Avetrana e Manduria.
– E sono ferme in Provincia le autorizzazioni per 15 impianti fotovoltaici a terra per oltre 800 ettari di suolo consumato, riconducibili tutti ad una unica azienda di Bolzano…
– Nessun progetto di bonifica del più grande Sito d’Interesse Nazionale per l’inquinamento di Micorosa, dove a pochi passi svernano i fenicotteri nella riserva di Punta della Contessa e l’involucro contennete mercurio 1 miliardo di volte oltre i limiti di legge sta per essere invaso dall’erosione del mare.
– Il Tar di Lecce che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Brindisi contro l’autorizzazione integrata ambientale concessa al Petrolchimico dal ministero per la Transizione ecologica contro le torce e per centraline pubbliche di controllo.
E, oltre ai milioni stanziati dal Governo per la rigenerazione urbana, non sappiamo ancora dove andranno gli oltre 50 miliardi del capitolo Energia: bocciate le centrali a gas e depositi GNL, dovrebbero andare a “Green Hydrogen Valley” e produzioni di biogas derivante da rifiuti e inceneritori con emissioni di CO2, alla faccia del bio o green.
Ma il problema è che tutte le scelte d’investimento sono tutte imposte dall’alto, e non partono dalle esigenze del territorio. Altrimenti avremmo chiesto di mettere in pratica la Legge regionale 9 agosto 2019, n. 45 “Promozione dell’istituzione delle comunità energetiche“, unica legge in Italia per l’autoproduzione di energia.
Brindisi può diventare la prima città veramente green d’Italia, se ENEL attua l’allegato 7 alla VIA (smantellamento centrale, impianti fotovoltaici, parco), se si attua la bonifica di Micorosa e si crea a sud di Brindisi la Grande Foresta Orientale. E tante comunità energetiche, rifornimenti elettrici, copertura di fotovoltaico delle aree industriali dismesse, elettrificazione delle banchine del porto… Insieme alla rigenerazione urbana e un piano sostenibile di mobilità, Brindisi sarebbe la città turistica che merita di essere.
Chiediamo al Comune di poter partecipare a ogni tavolo utile per rendere Brindisi veramente una città sostenibile e uscire dalla logica anacronistica della capitale del gas.