Dalla chirurgia generale a quella vascolare, dall’ortopedia alla neurologia: sono oltre 200 i pazienti positivi al Coronavirus ma con necessità cliniche diverse da quelle direttamente legate al Covid, trattati in tre settimane nell’area mista dell’ospedale Perrino di Brindisi.

Ogni giorno i 20 posti letto ricavati negli spazi della Chirurgia plastica accolgono una media di 8 adulti e 5 bambini che sono presi in carico con le più diverse patologie e trovano le risposte di cura e assistenza necessarie, contribuendo a decongestionare sia i reparti Covid, sia quelli non Covid. Nel contempo, per garantire la continuità delle cure, i posti di Chirurgia senologica che erano ospitati in Chirurgia plastica sono stati riposizionati in Otorinolaringoiatria e Chirurgia vascolare.

“L’area mista del Perrino – spiega il direttore generale Giuseppe Pasqualone – è un esempio virtuoso per tutto il territorio regionale: nonostante la fase acuta della pandemia, infatti, grazie ai nuovi posti letto ‘ibridi’ non è saltato un solo intervento chirurgico, tra quelli programmati e quelli urgenti”. 

La gestione dinamica dei posti letto in ambito dipartimentale, resa possibile da questa nuova sezione dell’ospedale Perrino, è essenziale per evitare rallentamenti e ritardi in tutto il presidio: potendo contare sugli spazi riservati ai pazienti positivi con esigenze di cura diverse da quelle Covid-correlate, si riesce a non intasare le unità riservate agli utenti con una patologia da Covid importante e, al contempo, non si attende la negativizzazione per trattare le altre patologie, alcune urgenti o tempo-dipendenti, evitando anche le extralocazioni che frammentano la gestione coerente dei pazienti. 

In questi mesi, il Perrino è diventato il punto di riferimento per diverse patologie: la struttura ospita un sempre maggior numero di pazienti provenienti da altri territori, rendendo indispensabile il nuovo assetto organizzativo imperniato sulla gestione dipartimentale dinamica prevista con l’attivazione dell’area mista. Superare i limiti fisici imposti dalla carenza di personale e dalla conformazione strutturale degli spazi ospedalieri non è possibile: la parola d’ordine per i vertici aziendali, in questa situazione, è ottimizzare le risorse a disposizione per garantire il miglior servizio possibile.