I costi di luce e gas schizzati alle stelle e i rincari generalizzati, persino dei beni di prima necessità, rischiano di rivelarsi una vera e propria «bomba sociale» che travolgerà migliaia di famiglie soprattutto in territori come il nostro già provati da anni di profonda crisi. Il governo ha l’obbligo di intervenire per evitare gli effetti devastanti dei rincari che rischiano di mandare in bancarotta tantissime famiglie oltre a tantissime imprese.

Oggi tutti si allarmano dopo aver visto schizzare le bollette relative ai consumi di gas ed elettricità, aumentati di oltre il 50%, ma anche di pane, latte, pasta, caffè ed una infinità di altri prodotti di prima necessità che vanno a colpire pesantemente la capacità di spesa delle famiglie ed i consumi. Il peggio è che l’aumento dell’inflazione non solo frenerà i consumi, ma finirà per allargare la già enorme platea di poveri che diventeranno sempre più poveri.

Oggi tutti si scandalizzano per i rincari esagerati. Oggi forse qualcuno inizia a capire perché la Cgil, insieme con la Uil, il 18 dicembre scorso, è scesa in piazza scioperando contro una Legge di Bilancio ingiusta ed iniqua soprattutto nei confronti delle fasce deboli della popolazione. 

Tra le nostre rivendicazioni c’era quella di ripartire il bonus fiscale in maniera più equa per proteggere le fasce sociali più deboli proprio per mitigare il forte impatto dei rincari, ma non siamo stati ascoltati. Ora la «bomba» dei rincari sta iniziando a dispiegare i suoi effetti impattanti sulle famiglie già provate da anni di crisi, di disoccupazione ma anche di lavoro precario e mal pagato. E rischia di essere devastante per la tenuta sociale soprattutto in territori come il nostro dove la fascia della povertà è in perenne aumento.

Il problema investe anche le aziende, a tutti i livelli, che devono combattere con aumenti assurdi rischiando di non essere più competitive e quindi di chiudere i battenti generando altra disoccupazione e precariato.

In uno scenario già compromesso da anni di crisi da cui proveniamo e dopo la catastrofe procurata dalla pandemia, l’aumento dei costi dell’energia è un problema di rilevanza strategica che il governo deve affrontare con decisione trovando una soluzione e ponendo dei correttivi per mitigare l’impatto devastante a livello sociale, ma che mina anche la produttività del paese e frena la stessa domanda interna per far ripartire i consumi. Il Paese non può permettersi un impatto così grave, il nostro territorio già fiaccato potrebbe subirne conseguenze ancora peggiori dato il suo stato di debolezza. Bisogna agire subito prima che l’impatto di questi aumenti si rivelino l’ennesima «bomba sociale» la cui deflagrazione può produrre effetti devastanti.

Il discorso, ovviamente non deve coinvolgere solo ed esclusivamente il governo centrale, ma anche le istituzioni a tutti i livelli. La Cgil di Brindisi ritiene opportuna la creazione di una task force territoriale o una cabina di regia per le povertà, di concerto con i Comuni, la Provincia e la Prefettura, per il monitoraggio del fenomeno e per l’individuazione di soluzioni che possano contribuire a tutelare in particolare le fasce più deboli della popolazione che saranno le prime a risentire pesantemente dell’effetto rincari. 

                                    

Segretario Generale

 Antonio Macchia