Si ripete da anni la stessa storia, come se le esperienze trascorse non avessero insegnato niente, ed il tempo sia passato inutilmente senza programmare lo scenario politico-sociale brindisino il cambio necessario per un approccio diverso e più risolutivo per i problemi che attanagliano il territorio.
La classe dirigente e le istituzioni pubbliche locali, per quanto di propria competenza, e gli organismi rappresentativi dell’apparato produttivo del territorio non sono riusciti ad inserirsi negli ambiti e nei contesti nazionali e regionali in cui si definiscono e decidono strategie di sviluppo, progetti, investimenti con l’obiettivo di assicurare il miglioramento della qualità della vita dei brindisini dal punto di vista economico, sociale e sanitario.
Al contrario le dichiarazioni, le promesse, i desideri manifestati attraverso gli organi di informazione abbondano oggi più che mai ed i supposti milioni destinati alla nostra città ed alla sua provincia crescono ogni giorno di più sulla CARTA, forse perché convinti che sia sufficiente presentare l’elenco della spesa per ottenere quanto necessario per risollevare le sorti dell’allarmante situazione in cui si trova la nostra collettività.
Una cattiva abitudine e un non più accettabile andazzo che rischia di far perdere il treno della crescita offerto dai miliardi, in questo caso reali, destinati dal PNRR all’Italia che negli obiettivi nazionali, abbondantemente conosciuti, devono servire a costruire NUOVI contesti e realtà produttive, infrastrutturali e di servizio nei settori di maggiore sofferenza per rimanere al passo con i grandi competitori internazionali. E noi a Brindisi ne abbiamo in abbondanza.
Per tempo le più grandi aziende italiane solo al Nord, in tutti i settori produttivi, hanno messo a punto i loro progetti per procurarsi una quota delle risorse messe a disposizione dalla Comunità Europea. A Brindisi invece il settore industriale, socio-sanitario, della scuola e della maggior parte dei comparti più significativi è completamente ignorato ed addirittura ostaggiato.
Le imprese, da tempo in difficoltà per motivi congiunturali, non hanno l’attenzione e la considerazione di chi dovrebbe occuparsi di queste doverose incombenze e permettere, quindi, al Sindacato di svolgere il proprio ruolo per assicurarne stabilità e garanzia dei posti di lavoro. Ancora oggi qualsiasi progetto di nuovi investimenti viene condannato a prescindere. Disponibilità economiche messe a disposizione per favorire la transizione ecologica, controllare e migliorare l’impatto ambientale vengono contrastate ribaltandone utilità e responsabilità, mentre la colpa è sempre degli altri. Prese di posizione che la UIL di Brindisi non ha mai accettato hanno provocato, cosa non secondaria, la fuga delle giovani generazioni brindisine, costretti a lasciare la città e trovare lavoro ed avvenire in altri posti in Italia ed all’estero.
Non sono bastati i continui richiami agli Amministratori locali sulla strategica importanza del porto e l’aeroporto, fondamentali pilastri su cui si deve scommettere per ridare slancio a settori trainanti come il turismo e tutte le attività imprenditoriali che lavorano intorno a queste infrastrutture: ASI e Zona Franca in primis e prepararci in tempo per essere protagonisti della ripresa post Covid. Sosteniamo da anni la necessità di garantire e tutelare l’apparato industriale, volano economico essenziale, nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale.
Il settore sanitario, altro ambito di rilevante interesse, merita una attenzione particolare perché incide in maniera straordinaria sulla vita dei cittadini. Il riordino ospedaliero e il suo ridimensionamento negli anni, dal primo momento criticato dal Sindacato, ma voluto ed applicato dalle istituzioni regionali con tagli orizzontali del personale e dell’intero apparato organizzativo di assistenza dell’intera provincia, mostra la sua inefficacia ed inadeguatezza in un contesto aggravato dalle difficoltà provocate anche dalla pandemia, e chi ne soffre le conseguenze sono sempre i più deboli ed esposti al rischio di patologie letali, non avendo assicurata assistenza e costante assiduità nelle cure, nonostante l’impegno ed il sacrificio del personale medico e paramedico. Oltre all’ormai gravissima situazione delle liste di attesa, accentuata dal COVID, con la sospensione degli interventi.
Brindisi e la sua provincia occupano da molto tempo gli ultimi posti della classifica nazionale della qualità della vita e, mentre nel tempo altre amministrazioni hanno avuto la capacità di risollevarsi da pesanti situazioni di degrado, la nostra città presenta gravissime carenze negli apparati e nelle catene produttive e dei servizi (un tempo non molto lontano fiore all’occhiello) e nei settori di assistenza e sostegno verso la classe indigente che cresce senza limiti. Sottolineiamo a proposito i numerosi fortuiti bivacchi che stanno spuntando come funghi in parecchi punti della città e la crescente presenza di persone bisognevoli di un pasto, non solo presso la Caritas. Ed ancora problemi e difficoltà per l’edilizia scolastica, il commercio, la viabilità urbana disastrata e oltre il limite del rischio per pedoni e automobilisti.
Per tutto questo l’Amministrazione comunale e provinciale per le loro rispettive competenze sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale per guidare la prossima fase, non più rinviabile, di rinascita del territorio. Ma si continua a non far fronte comune con le altre Associazioni di rappresentanza sociale. Tra queste il Sindacato confederale, deputato per legge e con pieno diritto a partecipare in tutte le occasioni in cui si devono assumere decisioni e definire progetti che coinvolgono la collettività. Non si riscontra da tempo una convocazione da parte del Sindaco, anche durante la sua passata funzione di Presidente della Provincia, di un tavolo per progettare, discutere e condividere progettualità e soluzioni per il benessere della città.
HA PREFERITO SEMPRE FARE DA SOLO O CON ALTRI REFERENTI DI SUA FIDUCIA PRESENTANDO DECISIONI GIA’ ASSUNTE PER POI IMPORRE: PRENDERE O LASCIARE.
Il gruppo dirigente della UIL di Brindisi negli anni ha messo a disposizione idee, progetti e documenti dando dimostrazione di voler partecipare e contribuire per ridare dignità ai meno abbienti ed affrontare con coraggio il cambiamento, programmare il futuro, dare alle famiglie, ai giovani, ai disoccupati, ai pensionati maggiori certezze.
Il PNRR è uno degli strumenti da utilizzare per recuperare il benessere di Brindisi e della sua Provincia. Siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo. Un imperdonabile errore perdere una simile occasione.
Il Segretario generale
Antonio Licchello