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Bandi pubblici: nel decreto ‘Sostegni ter’ previste clausole revisione prezzi.

Nicola Bonerba (ANCE Puglia): «Misura apprezzabile ma insufficiente. Rischio concreto che in Puglia saltino cantieri o vadano deserte le gare»

«Sebbene sia apprezzabile l’introduzione delle clausole di revisione dei prezzi nei bandi per opere pubbliche, la nuova disposizione non soddisfa il mondo delle imprese: su di esse continuerà a ricadere circa un quarto dei rincari dei materiali di costruzione che, in alcuni casi, hanno raddoppiato o triplicato il loro prezzo. Il rischio che anche in Puglia molti cantieri saltino e che tante nuove gare vadano deserte non è, purtroppo, fugato». Commenta così il presidente dell’ANCE Puglia, Nicola Bonerba, il recente intervento del Governo in materia di contratti pubblici che, nel decreto ‘Sostegni ter’, introduce un regime revisionale sui prezzi: in pratica, dallo scorso 27 gennaio e sino al 31 dicembre 2023, bandi e avvisi per l’affidamento di contratti pubblici, per qualsiasi importo, dovranno contenere clausole di revisione prezzi. Nello specifico, le stazioni appaltanti saranno tenute a considerare le variazioni di prezzo dei singoli materiali superiori al 5% (che resteranno a carico dell’impresa), riconoscendo compensazioni nella misura massima dell’80% per la parte eccedente il 5%.

L’obbligo è stato introdotto per far fronte alle ricadute negative causate dall’emergenza pandemica e per tutelare da un lato l’appaltatore, costretto a fronteggiare un anomalo incremento dei prezzi delle materie prime e, dall’altro, l’ente appaltante che rischia di incorrere in notevoli ritardi fino ad arrivare, in alcuni casi, all’interruzione dei lavori.

«Peraltro, il provvedimento entrerebbe in vigore da fine gennaio – sottolinea Bonerba – non disciplinando i tantissimi contratti attualmente in corso; inoltre, anche per gli appalti che rientrano nell’ambito applicativo del decreto, la situazione non è del tutto rosea considerando che l’operatività potrebbe non essere tempestiva, a fronte di molteplici adempimenti da espletare».

«Come sistema ANCE – spiega il presidente dei costruttori edili pugliesi – abbiamo formulato nel tempo diverse proposte per la risoluzione dei problemi. Saremo al fianco delle imprese che ci segnaleranno i casi in cui le clausole di revisione dei prezzi non siano effettivamente inserite nei bandi dalle stazioni appaltanti; siamo pronti a impugnare i bandi inadeguati chiedendo l’annullamento in autotutela con rettifica e inserimento delle clausole. Saremo attenti e vigili affinché le imprese sane possano essere messe nelle condizioni di lavorare».

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