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Antico rito della Consegna delle chiavi del sindaco di Mesagne

Di seguito il discorso pronunciato dal sindaco Antonio Matarrelli in occasione del tradizionale rito di consegna delle Chiavi alla Madonna del Carmine, Protettrice della Città di Mesagne. 

Rivolgo il mio caro saluto al Reverendo Vicario ed Arciprete, ai Reverendi Padri Carmelitani, ai Parroci e al Clero tutto, alle Autorità civili e militari. Saluto voi, carissimi concittadini presenti, e tutti coloro che stanno seguendo questo solenne momento in diretta streaming.

Di tutte le ricorrenze che suscitano particolare emozione, questa per me è la più sentita. È l’evento più importante, insieme ai giorni di Festa patronale che la città dedica alla sua Protettrice in estate, in un periodo di caldo intenso e gioia assoluta. La devozione che si fa tradizione è la stessa, il sentimento di introspezione al quale la devozione rimanda è lo stesso, la fiducia con cui i mesagnesi guardano alla Vergine del Carmelo non cambia, oggi come a luglio.

È tuttavia particolare il sentimento che accompagna questa occasione, rivissuta nel ricordo del violento terremoto che il 20 febbraio del 1743 scosse il Salento: all’intercessione della Madonna del Carmine gli uomini e le donne di quel tempo attribuirono un potere salvifico, che alleviò la paura di percepire il potere della natura come una forza ostile che si contrapponeva alla fragilità umana. Una condizione di fragilità che sperimentiamo ogni giorno e che in questi due anni di pandemia ha minato tante certezze quotidiane, istanti e gesti normali dei quali all’improvviso siamo stati privati.

L’augurio che possiamo reciprocamente rivolgerci è che questo periodo rappresenti l’ultima fase di una lunga, troppo lunga emergenza. La speranza che ci scambiamo è che a breve si possa tornare alle nostre abitudini di condivisione, senza altre limitazioni. Abbiamo ogni buona ragione per pensare che sarà così.

Le diverse criticità che il virus ha scatenato – sociali, economiche, esistenziali – stanno lasciando il segno, ma è altrettanto vero che la forza di cui la nostra Comunità si è resa capace sta aiutando a non perdere di vista gli obiettivi importanti e a rinnovare con entusiasmo le motivazioni personali e collettive. Abbiamo dato prova, e continueremo a farlo, di come la coesione e la solidarietà possano rappresentare il più efficace antidoto per combattere ogni avversità. Ed è per questo che la nostra comunità continua a segnare il passo verso un modello di vivere civile che con sacrificio, passione, senso del dovere cresce, generando nuova linfa da spendere in altre mille imprese.

Nulla accade per caso. E quando accade è grazie alla capacità di istituzioni, realtà produttive, associazioni, cittadini, che sanno prediligere le ragioni che uniscono e mediare sulle distanze che allontanano. Permettetemi di rivolgere un personale e sentito ringraziamento a don Gianluca Carriero, per essere stato un riferimento costante, per me e per la città, in tanti mesi di emergenza sanitaria. Questo tempo mi ha dato modo di apprezzare la sua personalità discreta e sensibile, il suo essere attento e generoso, soprattutto nei confronti dei più deboli. Nulla accade per caso. Tutto si muove intorno alle intenzioni, che prima di diventare azioni hanno bisogno del filtro simultaneo del cuore e dell’intelletto. Grazie ad un lungo percorso di riscatto, oggi Mesagne vive con sano orgoglio la gioia immensa di essere tra le città finaliste per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2024. Ci siamo, perché qualunque sarà l’esito ultimo, un grande risultato è già raggiunto: al Ministero competente, all’autorevole giuria di esperti chiamati a leggere i cambiamenti che la Cultura produce e può produrre, siamo riusciti a raccontare un processo di rigenerazione avvenuto nel tempo, che parte da lontano, dalla capacità di saper condividere e trasformare, a testa alta, con fare libero, evoluto, visionario.

Mesagne2024 è l’“Umana Meraviglia” (questo è il nome della nostra proposta), quell’atteggiamento che spinge verso la conoscenza, che spinge a dire che tutto è possibile: questo ci insegna la vita e la fede, in un abbraccio che a volte è difficile se non impossibile districare. Ogni cambiamento è possibile, basta non dare per scontata la nostra compiutezza ed essere disposti a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Per descrivere il processo di crescita culturale che Mesagne ha costruito in questi anni non abbiamo dovuto inventare nulla, siamo partiti da ciò che siamo stati per soffermarci su ciò che siamo diventati e che abbiamo l’ambizione di diventare.

Oggi Mesagne è da tutt’altra parte e abbiamo spiegato perché: la città ha cancellato l’onta subita nei suoi anni bui, rendendo il riscatto un patrimonio a beneficio dei suoi abitanti. E non abbiamo intenzione di fermarci. La rigenerazione in corso è visibile, si percepisce nel fermento progettuale delle proposte che attendono di essere inoltrate per ricevere ogni finanziamento utile. È visibile nei fondi già ricevuti e destinati a modernizzare il volto della città, a vederne fiorire e rifiorire il centro e le periferie. Ne cito uno per tutti: “Uscimmo a riveder le stelle” è il titolo di uno dei tanti progetti di riqualificazione urbana al quale la città di Mesagne è stata ammessa. Ha il valore monetario di 5 milioni di euro. E come è stato riportato nel commento alla proposta, lo stupore che accompagna Dante Alighieri nell’uscita dall’Inferno assomiglia a questo ambizioso progetto: il cielo stellato è il tetto per le nuove attività all’aperto, è simbolo di dinamismo e metafora di benessere.

Col rito di consegna delle Chiavi alla Vergine del Carmelo conserviamo gelosamente il valore simbolico di un gesto profondo con cui ci affidiamo, consapevoli però che il cambiamento è nelle mani delle donne e degli uomini di buona volontà che ogni giorno si adoperano per rendere la nostra città più bella, solidale, accogliente. Umana Meraviglia e stupore per ogni meritata conquista, questa è Mesagne.

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